Libero, 27 febbraio 2019
L’11 settembre uccide ancora
Il 12 settembre 2001, John Feal, esperto in demolizioni, era stato destinato a cercare e recuperare i corpi dei dispersi a Ground Zero dopo l’attentato che il giorno prima aveva distrutto le Twin Towers: un pezzo di acciaio da 3.630 chili gli cadde su un piede e glielo spappolò. Rischiò di morire a causa delle infezioni e ci rimise parte dell’arto. Il 15 febbraio scorso, il Victim Compensation Fund (Vcf), ovvero il fondo che si è occupato di lui e di tutti coloro che sono morti, o che sono rimasti feriti o che si sono ammalati per essere stati a contatto con la polvere delle macerie del World Trade Center, ha annunciato che non ci sono finanziamenti sufficienti per pagare le 19mila richieste in sospeso e le altre migliaia previste per il futuro. Quando le Torri Gemelle si schiantarono al suolo, infatti, una nuvola di polvere composta da fibre di vetro, amianto, piombo, cemento polverizzato e miliardi di altri agenti cancerogeni, si disperse nell’aria. Qualcuno si ammalò subito, altri più tardi, e di malattie spesso mortali, da quelle gastrointestinali a quelle respiratorie fino ai tumori rari. E i decessi, nonostante siano ormai trascorsi quasi vent’anni, non tendono a calare, anzi: il Vcf ha segnalato un aumento del 235% nelle richieste di fondi a causa di morte negli ultimi tre anni. Anche i reclami da parte degli ammalati sono in crescita: il 2018 ha registrato non solo un incremento record di richieste di risarcimento e ma anche l’importo maggiore mai concesso in un anno, pari a 1,5 miliardi di dollari.
I RIMBORSI
Ora, per le 2.996 persone morte durante l’attentato, un Atto del Congresso istituì immediatamente un fondo: per ogni decesso è stato stimato quanto la vittima avrebbe guadagnato nel corso una vita intera, tenendo conto che molti erano professionisti della finanza che percepivano ottimi compensi. Alla fine dei processi, vennero assegnati in tutto 7 miliardi di dollari, con un pagamento medio di 1,8 milioni a famiglia. Il fondo in questione, dopo aver risarcito le famiglie dei morti, è stato rifinanziato quando le autorità si accorsero delle persone che si ammalavano per essere state contatto con il luogo dell’attentato: l’86% dei malati erano stati primi soccorritori e volontari, e secondo alcune stime, scrive l’Economist, ci sono almeno 10mila persone a New York cui è stato diagnosticato un cancro (ai polmoni, alla prostata, alla tiroide, di leucemia o mieloma) a causa del crollo delle torri. Perché il Vcf ha continuato a funzionare? Perché il governo americano ha una responsabilità diretta nelle morti e nelle malattie di coloro che lavoravano, risiedevano, andavano a scuola nell’area contaminata.
L’ERRORE DELL’EPA
Il 14 settembre 2001, Christine Todd Whitman, allora amministratore dell’Environmental Protection Agency (EPA), l’agenzia per la protezione dell’ambiente, annunciò che i campioni d’aria che erano stati raccolti e analizzati non avevano dato risultati allarmanti. La Whitman non venne giudicata responsabile per i danni provocati nella popolazione a causa della sua affermazione. Ma la verità non era questa: secondo un altro giudice, l’EPA ingannò la popolazione e più di 400mila persone potrebbero essere state esposte alle tossine. Così, mentre il Vcf avrebbe dovuto esaurirsi nel 2020, adesso toccherebbe non solo posticiparne la scadenza, ma soprattutto rifornirlo di denari. Dopo aver distribuito 5 miliardi di dollari per 21mila richieste accettate, ne restano solo 2,4 per le nuove domande. E già adesso i risarcimenti saranno ridotti del 70%. Una ingiustizia e un’onta per l’America, alla quale, scrive l’Economist, due senatori stanno cercando di mettere una pezza: Kirsten Gillibran, dello Stato di New York, e Cory Gardener, del Colorado, hanno tra le mani una proposta di legge che garantirebbe un risarcimento completo a tutti i soccorritori e ai sopravvissuti che in futuro si ammalassero. La legge si chiama “Never Forget the Heroes”, non dimenticare mai gli eroi, «un’autorizzazione permanente per il fondo di risarcimento delle vittime dell’11 settembre», e punta a colmare il deficit del Vcf.