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 2019  febbraio 26 Martedì calendario

I nottambuli campano molto meno

Se finora ne avete sempre dubitato, è arrivato il momento di convincervene: il mattino non ha solo l’oro in bocca, ma anche il benessere. Ne sanno qualcosa coloro che ogni giorno lo salutano alzandosi di buonóra, i quali, al contrario di chi ronfa fino ad orari improbabili per recuperare le ore piccole, vedono ridursi notevolmente il rischio di incappare in disturbi gastrointestinali, neurologici e respiratori. Tutte patologie delle quali il nottambulo è invece potenziale preda. Se come conseguenze vi sembrano eccessive, pensate che le più indesiderate le abbiamo lasciate per ultime: cancro alla prostata e al seno. Del resto si sa: «Leoni di sera, coglioni di mattina»; ma a renderci tali non concorrono solo occhiaie e stanchezza, ma anche un’alterazione dell’equilibrio psicofisico che, contrariamente a quanto si pensi, non si ristabilisce recuperando il sonno di giorno, nemmeno qualora esso rasenti le tanto agognate otto ore di riposo consecutive. Insomma, nonostante ci si giri attorno per trovare il modo di indorare la pillola, la conclusione è inevitabile: l’aspettativa di vita del tiratardi è più bassa rispetto a quella del mattiniero.

SONNIFERI E ANSIOLITICI
La scienza ha provveduto a corroborare questa tesi attraverso uno studio intrapreso dall’Università del Surrey, nel Regno Unito, e dalla Northwestern University di Chicago. Dall’indagine, svolta col contributo di quasi mezzo milione di partecipanti, è emerso che il nottambulo ha il 10% di possibilità in più del mattiniero di incorrere nelle patologie succitate, alle quali si aggiungono anche i disturbi psicologici, soprattutto se il malcapitato cerca di conciliare un sonno ormai sfasato attraverso l’impiego di sonniferi ed ansiolitici. Uno degli specialisti che ha capitanato l’analisi, la Dott.ssa Kristen Knutson della Northwestern University, ha asserito: “un nottambulo che stravolga le proprie abitudini adeguandole a quelle dell’allodola mattiniera, potrebbe, nel breve periodo, riscontrare conseguenze positive sul suo stato di salute”. Tuttavia non è facile convincere un gufo a volgersi in allodola, ma non perché alla scienza manchino le capacità persuasive, bensì perché, lo stare in piedi fino a notte inoltrata, non è solo il frutto della sedimentazione di abitudini sbagliate, ma anche un retaggio ascritto al patrimonio genetico. La specie umana potrebbe infatti essere suddivisa in due cronotipi: il mattiniero (o allodola) ed il nottambulo (o gufo); nelle diverse categorie, le variazioni dei ritmi circadiani, oscillano di circa due ore, ma il divario si può estendere enormemente se alle connotazioni naturali si aggiungono anni di inoppotuna routine, e questo è anche uno dei motivi per cui, il nottivago, è esposto più degli altri al rischio di sviluppare depressione: egli, essendo costretto a misurarsi con un mondo che ingrana di giorno, cerca di adeguarsi ai ritmi convenzionali, ma la frustrazione di una sonnolenza che gli rema contro rendendolo improduttivo, contribuisce alla sua cronica disforia. Ed anche se non è possibile fare esposto alla genetica affinché ci restituisca l’equilibrio di cui ci ha reso deficitanti, si può comunque lavorare al raggiungimento di una similarmonia. Per farlo, è bene rispettare alcune regole che potrebbero rivelarsi più utili di quanto si pensi: tenere lontane da sé le luci artificiali quando si cerca di conciliare il sonno, pertanto, via smartphone e tablet dal comodino. Oltre a questo, cercare di anticipare, di volta in volta, il momento della nanna serale; nonostante non ci si creda, anche 10 minuti al giorno possono rivelarsi salvifici nel ripristino delle sane abitudini.

QUESTIONE DI DIETA
Che dire poi di quella dannata usanza di serrare le imposte in modo tale da impedire anche al più impercettibile fulgore dall’alba di penetrare? Meglio rivedere anche questa pratica, lasciando che sia proprio l’aurora, meglio di qualsiasi altra sveglia, a destarci dal sonno. Bene farebbe, inoltre, includere nella propria dieta cibi ricchi di magnesio (minerale amico del buon sonno) quali spinaci, carciofi, semi di zucca e frutta secca, e limitare alimenti che contengono tiramina (aminoacido che stimola la produzione di adrenalina), come vivande processate e confezionate. Senza mai perdere di vista queste basilari avvedutezze, contro ogni didillusa speranza, si può ambire magicamente a trasformarsi da rapace notturno in rapace diurno, quale aquila. Dopotutto, come insegna il mito, i gufi sono i primatisti dei sortilegi.