ItaliaOggi, 26 febbraio 2019
Diritto & Rovescio
Il solito giornalone della borghesia e dell’efficienza lancia un allarme che dovrebbe invece essere un respiro di sollievo. Il titolo da barricata dice, su tutta pagina: «Piazza San Marco all’asta. Le mani dei big stranieri su caffè e botteghe storiche». È un uppercut che fa violenza alla realtà. Piazza San Marco all’asta! Anche la basilica e il campanile sono in mano agli speculatori? La storia vera è questa: il demanio dello Stato, che sinora dormiva alla grande, si è accorto che possiede locali dedicati a bar e ristoranti che si affacciano sulla piazza più preziosa del mondo e che sono affittati per due soldi ad affittuari ammanicati. Siccome anche la legge lo impone e lo pretendono anche le casse pubbliche a corto di liquido, man mano che gli affitti scadono, le affittanze successive vengono messe all’asta. Le ottiene chi offre di più. In tal modo, lo Stato ricava molti più soldi e i locali, dovendo essere fatti fruttare, sono meglio tenuti e valorizzati. Certo, l’affittuario che usa un bene pubblico per pochi soldi, strepita. Ma i media non dovrebbero sostenere lo Stato quando fa il suo interesse, cioè l’interesse di tutti i cittadini?