ItaliaOggi, 26 febbraio 2019
L’export giapponese soffre la frenata cinese
L’export del Giappone paga il rallentamento dell’economia cinese. L’Arcipelago è diventato molto dipendente dal Regno di Mezzo al quale vende componenti e robot.A gennaio, le esportazioni giapponesi hanno subito un calo dell’8,4%. La formidabile macchina industriale nipponica, che esporta componenti elettroniche, macchine utensili e auto in tutto il mondo, è contagiata dalla caduta della domanda mondiale. Il quadro è particolarmente preoccupante per quanto riguarda la Cina, dove le esportazioni, il mese scorso, sono diminuite del 17,4% in un anno. La Cina è il primo mercato di sbocco delle esportazioni giapponesi, ma subisce la guerra commerciale degli Usa di Donald Trump, che potrebbe decidere di inasprire al 25% i dazi se i negoziati non si concluderanno con un accordo entro il 1° marzo. Ma anche l’industria automobilistica nipponica è minacciata da Trump con dazi al 25%. La caduta dell’export fa temere il peggio nel breve periodo per la crescita del Giappone. Ed è la causa della revisione al ribasso delle previsioni di utili per l’esercizio in corso per le imprese quotate ala borsa di Tokyo, di circa 1.300 miliardi di yen (10,3 miliardi di euro), secondo quanto ha riportato Le Figaro. Il capo economista di Bnp Paribas, Ryutaro Kono, ha detto a Le Figaro che non si può escludere una recessione in Giappone quest’anno.
Cosa sta succedendo? La politica economica guidata dal primo ministro Shinzo Abe, lanciata nel 2013, avrebbe dovuto far aumentare la domanda interna e ridurre la dipendenza del Giappone dai suoi esportatori per la propria crescita. Invece, l’assoggettamento alla domanda straniera persiste, il mercato interno ristagna, scoraggiato dalla crescita delle imposte e la stagnazione dei salari.