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 2019  febbraio 26 Martedì calendario

Biografia di Christian Solinas

«Noi siamo spagnoli, africani, fenici, cartaginesi, / romani, arabi, pisani, bizantini, piemontesi. / Siamo le ginestre d’oro giallo che spiovono / sui sentieri rocciosi come grandi lampade accese…» Da ieri, nella stupenda poesia «Noi siamo sardi» di Grazia Deledda, c’è un buco che la grande poetessa nuorese non avrebbe mai immaginato: da ieri i sardi sono anche un po’ lumbard .
Dati alla mano, infatti, il contributo di Matteo Salvini e della (ex) Lega Nord, per quanto parecchio inferiore ai sogni di quello sfondamento previsto dai sondaggi e dalle piazze strapiene ad Olbia o Alghero, è stato davvero determinante per la vittoria di Christian Solinas. Il primo «sardista» alla guida dell’isola trent’anni dopo Mario Melis: «Un valore simbolico enorme per i sardisti e per i sardi – spiegò mesi fa —. Il compimento del progetto politico che i reduci della Brigata Sassari avevano elaborato al rientro dalla prima guerra mondiale». Sempre nel nome del Partito Sardo d’Azione. Ma su fronti opposti: Melis con la sinistra, Solinas con la destra.
Lui ripete che no, per carità, il legame con la Lega è storico e radicato. Sarà anche vero che Umberto Bossi urlava «Due stati, due casse, due monete: secessione!» e teorizzava l’idea di restringere «l’Ita-glia» dentro «confini che corrispondono più o meno alla zona in cui esisteva l’area celtica, da Senigallia a Lucca». Ma «per noi il Carroccio è un partner politico e culturale naturale – ha giurato qualche settimana fa a La nuova Sardegna —. Se si legge lo statuto della Lega si scopre che per larga parte è la trascrizione di quello del Psd’Az. Ci sono valori condivisi e sovrapponibili. E non sono io a dirlo, ma la storia».
Di più, assicura: «La prima volta che Bossi venne eletto e che la Lega comparì in Parlamento durante la Prima Repubblica gli venne data una stanza da dividere con il senatore del Psd’Az Carlo Sanna. Il nostro parlamentare diede a Bossi copia dello statuto e altri documenti che parlavano di federalismo e autonomia. Bossi strutturò la Lega di allora proprio sulla base di quei testi. E in tutti questi decenni i contatti sono stati continui e strettissimi». Sarà...
Certo è che adesso, ricevuta l’investitura con 15 punti di distacco su Massimo Zedda, il «grandissimo presidente» come l’ha ribattezzato la senatrice Anna Cinzia Bonfrisco ammiccando alla sua espansione volumetrica (battuta com’è noto accolta con goliardico buonumore: «Come tonnellaggio senz’altro») il neo governatore ha davanti l’impresa più difficile. Quella di mostrare qual è la sua statura. E mantenere il giuramento fatto giovedì scorso in piazza del Carmine a Cagliari: «Prima i sardi, poi il resto del mondo». Tutto il resto del mondo? Anche i nordisti irritati per i ritardi sull’autonomia denunciati da Attilio Fontana e da Luca Zaia che per primo, stando alle accuse della sinistra, aveva convinto il leader del Psd’Az a traslocare a destra dopo aver già concordato col partito democratico un seggio a Palazzo Madama sui banchi della sinistra?
Si vedrà. In ogni caso, quello che in campagna elettorale è stato ribattezzato «Salvinas» perché pareva quasi il socio minoritario del patto, in seconda fila rispetto al segretario leghista (a volte così invadente da strappargli il microfono dalle mani), sarà chiamato ad alcune sfide non facili. Passata la sbornia (legittima) per la vittoria, infatti, torneranno subito a galla i problemi. Il calo del reddito pro capite rispetto quello europeo, i rapporti coi pastori sul pecorino, la mobilità su una rete stradale da sempre inadeguata per le ambizioni di una meravigliosa regione turistica, le aree a rischio idrogeologico, la necessità di individuare soluzioni per le aree industriali chiuse o dismesse e per i veleni sedimentati negli immensi bacini di fanghi rossi di Portovesme o ancora sui fondali della Maddalena, a dispetto delle rassicurazioni («Qui è stata fatta la più grande bonifica ambientale mai fatta in Italia») di Silvio Berlusconi, il rilancio del turismo senza nuove colate di cemento o progetti demenziali quali quello sventolato in una pubblicità che svendeva alle dune di Badesi villini «davvero sulla spiaggia» a 115.000 euro. Il costo di un bilocale in Romagna. Sardegna discount.
Impegni da far tremar le vene e i polsi. Tanto più che il neo governatore, quando era assessore ai trasporti, ha già visto malinconicamente naufragare alcune idee su cui aveva puntato. Come il rilancio dell’aeroporto di Tortolì e Arbatax, sulla costa orientale, chiuso da anni nonostante vari investimenti perché il bacino d’utenza non è in grado di reggere un traffico che abbia qualche convenienza. Un dato dice tutto: i tre aeroporti di Cagliari, Alghero e Olbia arrivano insieme a 8.734.669 passeggeri. Poco più di quelli della sola Ibiza. Che con Palma di Maiorca e Minorca sfonda i 40 milioni. Come raddrizzare lo squilibrio senza devastare il territorio? La seconda scottatura lo stesso Solinas la prese cercando di far concorrenza ai traghetti nazionali con due navi passeggeri sarde marchiate coi Quattro Mori e la scritta Saremar. Come finì lo riassume l’Ansa: una bocciatura della Commissione Ue, il fallimento, il licenziamento di 167 lavoratori con un danno complessivo condannato anche dalla Corte dei Conti. Ci riproverà, Solinas?
Non bastasse, a turbare la navigazione della nuova giunta potrebbe riemergere un paio di fastidi personali. Come la faccenda della laurea farlocca del Leibniz Business Institute raccontata già sette anni fa da Massimiliano Cordeddu e presa per buona perfino da documenti ufficiali: «Il dott. Christian Solinas è nominato Assessore Regionale dei Trasporti». Una grana cui potrebbero aggiungersi crescenti perplessità sulle rivelazioni del Fatto a proposito della nuova laurea presa due mesi e mezzo fa a Sassari grazie al recupero di vecchi esami dei quali quattro (e che esami! Diritto penale, Diritto romano, Diritto amministrativo e Diritto civile) registrati tutti mercoledì 2 aprile 2008 ma verbalizzati tutti il 30 novembre 2018. Nonostante il regolamento dell’Ateneo di Sassari dica: «La firma del verbale deve avvenire contestualmente o immediatamente dopo…» Insomma, i problemi veri, per quanto l’uomo abbia rassicuranti modi vagamente dorotei, rischiano di iniziare adesso. Auguri.