26 febbraio 2019
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Biografia di Naruhito
Naruhito, nato a Tokyo il 23 febbraio 1960 (59 anni). Principe ereditario del Giappone (di fatto, dal 7 gennaio 1989, giorno della morte dell’imperatore Hiroito, suo nonno paterno, e dell’ascesa al trono imperiale di Akihito, suo padre; ufficialmente, dal 23 febbraio 1991) • Figlio primogenito dell’imperatore del Giappone Akihito (al momento della sua nascita ancora principe ereditario) e dell’imperatrice consorte Michiko (nata Michiko Shoda); fratello maggiore del principe Akishino (1960) e di Sayako Kuroda (1969), nata principessa Nori (1969) ma espulsa dalla famiglia imperiale in seguito alle sue nozze con un borghese, nel 2005 • Primo erede al trono nipponico a essere stato allevato direttamente dai propri genitori, per volere di sua madre. «L’atteggiamento assunto dall’imperatrice negli anni Sessanta si potrebbe classificare come rivoluzionario. Fino a quel momento, i figli degli imperatori e dei principi ereditari non crescevano insieme con i genitori, ma erano affidati, subito dopo la nascita, ad un esercito di nutrici, medici ed istitutori che pensavano ad allevarli e ad educarli. Michiko (la prima borghese ad andare in sposa ad un futuro imperatore) volle occuparsi personalmente dell’erede al trono Naruhito e degli altri due figli. E non si limitò a questo, ma stabilì anche un codice (chiamato “Naru-chan”, dal diminutivo del primogenito) da rispettare in sua assenza, con regole del tipo: “Per favore, abbracciatelo forte almeno una volta il giorno per dimostrargli che gli volete bene”» (Marisa Sfondrini). Istruito presso i prestigiosi istituti Gakushuin fino alla laurea in Storia conseguita nel 1982, trascorse in seguito un biennio di studio presso il Merton College di Oxford, per poi tornare a Tokyo e conseguire un master in Storia, nel 1988. Nel frattempo, nel novembre 1986, a un ricevimento in onore dell’infanta Elena di Spagna, aveva conosciuto la borghese Masako Owada (classe 1963), figlia di un diplomatico e giurista giapponese, all’epoca già laureata in Economia a Harvard e determinata a perseguire la carriera diplomatica. «Naruhito, […] dopo averla incontrata un paio di volte nel 1986, quando il principe ereditario era ancora suo padre e lui aveva davanti tempo in abbondanza per sposarsi, fece sapere ai mandarini severi dell’Agenzia della Casa Imperiale che quella ragazza graziosa e determinata gli piaceva assai. I mandarini severi la studiarono e poi dissero di no: non era il caso che il futuro imperatore sposasse una giovane il cui nonno era stato un tempo presidente della Chisso, una società chimica diventata tristemente famosa perché le acque inquinate dai suoi scarichi al mercurio avevano creato nella regione di Minamata una generazione di invalidi. Naruhito non s’è arreso: cinque anni dopo, ormai principe ereditario e decisamente maturo per il matrimonio, aveva ancora il sorriso di Masako in testa. Questa volta i mandarini, preoccupati per il tempo che passava e per la sposa che non si trovava, hanno dato il loro assenso. È stata Masako, finalmente interpellata, a dire di no. Come non capirla! Lei è una giovane donna brillante avviata ad una carriera diplomatica di sicuro successo. Viene da una famiglia alto-borghese, bisnonni ammiragli, nonni presidenti di società chimiche, padre ambasciatore, […] è vissuta più all’estero che in Giappone, è ricca, colta e soprattutto libera. Può andare a sciare a St. Moritz se vuole, e a fare shopping a Takashimaya, andare a ballare al Gold o al Giuliana’s, a cena al Boccalone. Ma neanche a questo “no” Naruhito s’è arreso. Ha insistito, ha lasciato che i mandarini mettessero in moto la macchina delle pressioni occulte. Pur di convincerla, severi e formali come sono, hanno organizzato incontri segreti in un bosco romantico ed in riva ad un laghetto isolato. Ci portavano il principe senza scorta chiuso in un furgoncino da lavanderia. L’hanno fatta entrare in incognito nel palazzo Togu, residenza provvisoria del principe, li hanno lasciati soli a chiacchierare. Sarò stato lui, con la sua faccia paffuta e dolce, a convincerla? O le pressioni tremende alle quali lei stessa e la sua famiglia sono state sottoposte?» (Marco Panara). Dopo aver declinato per due volte le proposte di matrimonio di Naruhito, il 9 dicembre 1992 Masako Owada acconsentì: il 19 gennaio 1993 il fidanzamento fu ufficialmente annunciato, e il 9 giugno successivo furono celebrate le nozze. «Masako temeva di essere fagocitata dalla gerarchia del Palazzo imperiale e ha ceduto dopo anni di appassionata corte da parte di Naruhito quando le ha solennemente promesso che l’avrebbe difesa ad ogni costo dal rigido sistema imperiale, permettendole piena libertà di perseguire la carriera diplomatica. Le cose non sono andate esattamente così. Naruhito si è battuto coraggiosamente contro il Palazzo, ma tutto è stato inutile. La situazione si è fatta man mano più tesa, giungendo al suo apice quando Masako ha dato alla luce una femmina, Aiko [nata nel 2001, dopo un aborto spontaneo occorso nel 1999 – ndr], e non il figlio maschio spasmodicamente atteso dall’intera nazione. La donna è stata bersaglio di dure critiche da parte degli ambienti più conservatori, che l’hanno fatta cadere in una profonda crisi depressiva da cui non si è ancora del tutto ripresa. L’ostracismo nei suoi confronti è debordato anche nella vita della principessina Aiko, che è stata vittima di aspri atti di bullismo sin dai primi anni delle elementari. La situazione era così tesa che è stato concesso a Masako di sedere per qualche tempo accanto alla figlia sui banchi di scuola. “La piccola principessa senza sorriso”, titolavano i giornali. Alle scuole medie le cose non sono andate meglio: Aiko ha dovuto fare lunghe assenze, con gli stessi sintomi di stress e depressione accusati dalla madre» (Silvio Piersanti). Compiendo un gesto estremamente irrituale, «nel 2004 Naruhito scese in campo contro l’Agenzia della Casa Imperiale, dichiarando che nel Palazzo erano state fatte manovre per impedire a Masako di affermare la propria personalità, ostacolando i suoi progetti di attività diplomatica. A causa di questa ostilità, Masako “si è totalmente esaurita”» (Piersanti). In seguito all’eccezionale abdicazione del padre Akihito, annunciata – su appello dell’imperatore, ormai stremato dall’età e dalle precarie condizioni di salute – dall’Agenzia della Casa Imperiale il 1° dicembre 2017 e prevista per il 30 aprile 2019, Naruhito ascenderà al trono imperiale, per celebrare poi la propria cerimonia di intronizzazione ufficiale il 22 ottobre successivo. «Naruhito sarà imperatore. Ma dopo di lui lo scettro passerà al fratello minore Akishino, perché Aiko, secondo la legge vigente che riserva la corona ai soli maschi, non potrà diventare imperatrice. Nel 2006, l’allora premier Koizumi aveva cercato di far passare un disegno di legge per consentire ad Aiko di ricevere lo scettro. Ma, oltre alle difficoltà suscitate dall’aperta ostilità dei conservatori, il progetto era fallito perché la cognata di Masako, la principessa Kiko (già madre di due bimbe, Mako e Kako), aveva improvvisamente annunciato di essere incinta. Il caso ha voluto che, dopo 40 anni “infruttuosi”, a Palazzo nascesse un maschietto, il principe Hisahito. […] Discorso chiuso, perciò, sulla successione: sarà Hisahito a ricevere il bastone del comando dal padre Akishino, quando verrà il momento» (Paolo Salom). «Ma, se Masako si è sentita schiacciata dai rigidi stilemi di vita della corte, come potrà mai affrontare – si chiedono molti osservatori – il ruolo di moglie dell’imperatore? E infatti c’è chi pensa che Naruhito stia già studiando ogni possibilità di abdicare a sua volta, subito o in un futuro non lontano, a favore del fratello minore Akishino» (Piersanti) • «Masako ha […] trasmesso a Naruhito le sue idee democratiche e riformiste, la determinazione a lottare per la pace e per l’ambiente. Il primogenito di Akihito, da conservatore e studioso di storia nazionale, si è trasformato nel più moderno e rivoluzionario erede al trono, temuto e a malapena sopportato dal premier Shinzo Abe. Appassionato di conservazione degli ecosistemi marini, pacifista e ambientalista convinto, Naruhito è insofferente verso l’etichetta e i riti di Palazzo. “Si dovrebbero ridefinire i contorni e gli obblighi imperiali – ha dichiarato –, portando il trono al passo con la contemporaneità”. I conservatori lo accusano di essere debole e fragile, troppo schivo, ma la sua colpa politica è non inseguire i neo-nazionalisti sulla via del populismo xenofobo. Al contrario. Naruhito è già la bandiera di chi è deciso a porre fine al negazionismo nipponico, ad ammettere le colpe del Ventesimo secolo, a partire da quelle del nonno Hirohito, dalle invasioni e dal colonialismo asiatico fino ai massacri in Cina e al patto con Hitler che segnò la Seconda guerra mondiale. “È importante rileggere il passato con onestà – ha detto quando ha compiuto 55 anni –, affinché le prossime generazioni conoscano una storia condivisa ed evitino di ricommettere gli stessi errori”» (Giampaolo Visetti). «Romantico, buon padre di famiglia, socialmente impegnato, il prossimo imperatore del Giappone, lontano mille miglia dal Tenno (sovrano celeste) che Shinzo Abe avrebbe voluto al suo fianco nella campagna per la “rilettura” della Costituzione in senso bellicista perseguita dal premier. Una Costituzione dettata dagli americani nel dopoguerra in cui si proibisce al Giappone di avere un esercito, permettendogli solo limitate forze di autodifesa, con l’impegno solenne a non ricorrere alla guerra in nessun caso, se non per difendersi da un attacco contro il suolo patrio. La rilettura da lui auspicata, e vista di buon occhio a Washington, prevede invece che il Giappone torni ad avere un esercito a tutto campo, dotato delle più moderne armi, autorizzato a intervenire ovunque nello scenario mondiale ogni qual volta gli interessi del Giappone o quelli di uno dei suoi alleati siano minacciati da “Paesi ostili” (leggi: Cina e Corea del Nord). Un fondamentale articolo della futura Costituzione riveduta e corretta da Abe prevede che il comando di queste possenti forze armate sia di nuovo messo direttamente nelle mani dell’imperatore. Egli non deve limitarsi al ruolo di “simbolo dell’unità del Paese”, ma deve tornare a essere il vero capo supremo della nazione, con tutte le prerogative divine che gli competono» (Piersanti). «Naruhito non è amato dalla destra conservatrice, anche perché ha dichiarato che i maschi si devono responsabilizzare nella gestione delle questioni domestiche. Una posizione poco apprezzata dall’ala reazionaria, che in Giappone è ancora forte e sostiene il fratello più giovane di Naruhito, il principe Akishino, la cui moglie Kiko riflette lo stereotipo femminile amato dai tradizionalisti» (Carlo Pizzati) • Intensa passione giovanile per l’attrice statunitense Brooke Shields. «Tutto cominciò quando il principe ebbe l’inaccortezza di farsi fotografare nell’85 nella sua stanza al Merton College di Oxford, dove ha studiato per due anni il sistema dei trasporti sul Tamigi nel Medioevo: alle sue spalle, campeggiava un manifesto di Brooke Shields. Non si sa se si fossero già conosciuti. Ma due anni fa [cioè nel 1991 – ndr] si incontrarono. Lei era a Tokyo per lavoro, e lui la invitò a Palazzo. Restarono insieme un paio d’ore. Che si sappia, è stato il loro ultimo, e forse anche il primo, incontro. Nel frattempo, il fratello minore del principe si sposava con una compagna d’università, rompendo la tradizione per cui è l’erede al trono a sposarsi per primo. Ma sembrava che nessuno volesse maritarsi col futuro Tenno. Quando lui […] dichiarò che si sarebbe fidanzato prima dei trent’anni, tra le fanciulle dell’alta borghesia in possesso dei requisiti richiesti ci fu una corsa al fidanzamento per evitare di farsi chiedere in sposa e finir prigioniera come imperatrice. […] Il principe lamentò di non poter avere frequentazioni come un comune mortale. […] Brooke Shields aveva i requisiti richiesti dal governo e da una casa imperiale apertasi al nuovo dopo la fine della divinità imperiale: vergine, colta, borghese, non chiacchierata, malgrado il suo mestiere. Tutti meno uno: non è giapponese. Impensabile, sul trono del Crisantemo, una imperatrice senza gli occhi a mandorla, ancorché bellissima» (Fernando Mezzetti) • «Suona la viola, il più dolce degli strumenti, ama l’arte e la cultura occidentali. […] È […] specialista di problemi idrici globali, studioso dei sistemi di trasporto nel Medioevo» (Piersanti) • «Ho un forte interesse per le strade sin dall’infanzia. Sulle strade puoi inoltrarti verso il mondo ignoto. Dal momento che conduco una vita in cui ho poche possibilità di andare in giro liberamente, le strade sono un ponte prezioso verso il mondo ignoto, per così dire».