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 2019  febbraio 25 Lunedì calendario

I grillini e le altre elezioni locali

Mentre la Lega cresce a livello locale, il M5s continua a perdere quota. Dopo l’Abruzzo si profila una nuova disfatta in Sardegna per i cinquestelle, che conferma non solo la difficoltà del Movimento ad imporsi nel voto amministrativo ma anche la crisi di consensi che sta attraversando.

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Dai primi dati reali, infatti, il candidato pentastellato -  il bibliotecario Francesco Desogus -  è fermo intorno al 10%. “Sapevo sin dall’inizio che sarebbe stata difficile – commenta amareggiato – mi stava bene anche un secondo posto. Però l’importante era fare un buon risultato ed entrare in Consiglio regionale”.

Neanche nell’Isola regge dunque il confronto con le politiche, dove il Movimento aveva ottenuto alle elezioni del 4 marzo 2018 ben il 42%. Una sconfitta in gran parte annunciata, al punto che alla vigilia delle elezioni, Luigi Di Maio aveva rilanciato – in un vertice all’hotel Forum con Beppe Grillo e Davide Casaleggio – la necessità di dare una nuova organizzazione ai 5Stelle. Alla fine della riunione il capo politico dei 5Stelle, il suo Garante e il fondatore della piattaforma Rousseau avevano concordato sull’urgenza di una nuova organizzazione del M5S “sia a livello nazionale che territoriale” per essere “più competitivi alle amministrative”.

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Cinque anni fa i grillini non si erano presentati in Sardegna. Grillo non aveva concesso l’uso del simbolo agli attivisti dell’Isola per le troppe divisioni interne. Per questo oggi provano a minimizzare la disfatta in una nota: “Considerando che è la prima volta che ci presentiamo alle regionali sarde, siamo molto soddisfatti del fatto che entreremo nel Consiglio regionale per la prima volta”. Mentre il parlamentare sardo dei 5S Pino Cabras commenta a urne chiuse: “Eravamo in 60 candidati contro 1320, tanti acchiappavoti radicati nel territori. Noi non siamo radicati così. Dobbiamo porci il problema di come organizzarci nel territorio, è un problema che esiste. Faremo una riflessione e cercheremo di attrezzarci meglio”.
 
Va detto che, a parte l’eccezione del Molise, dove i grillini sono arrivati secondi dietro il vincitore del centrodestra DonatoToma, il Movimento non ha brillato in nessuna delle consultazioni regionali del 2018. In Trentino si è fermato al 7,10%. In Friuli Venezia Giulia all’11,6%. In Lombardia sono arrivati terzi, con il 17,36%, dietro Giorgio Gori del Pd. Meglio solo nel Lazio, dove Roberta Lombardi si è piazzata sempre al terzo posto ma con il 26,98%.
 
Non è andata meglio nemmeno alle comunali in Sicilia, dove i cinquestelle sono passati dal “cappotto” delle politiche – 28 seggi uninominali su 28 conquistati – alla delusione delle amministrative del giugno 2018, vincendo solo a Pantelleria e perdendo in un solo colpo due terzi dei voti.