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 2019  febbraio 25 Lunedì calendario

Giovani e meridionali, ecco chi passa alla Lega

 Sono giovani, sono istruiti e sono meridionali. Sono gli italiani che nel corso dell’ultimo anno hanno abbandonato il Movimento Cinque Stelle per passare (in buona parte) alla Lega di Matteo Salvini. Un partito, il Carroccio, che in pochi mesi ha quasi raddoppiato i suoi consensi andando a prosciugare in particolare proprio quelli dell’alleato di governo. È questo il risultato di uno studio sulla composizione sociodemografica dell’elettorato realizzato da AnalisiPolitica, centro di ricerca indipendente guidato da Arnaldo Ferrari Nasi. Studio importante anche per capire ciò che potrebbe ancora succedere da qui alle Europee di maggio. Un brutto segno, per i grillini, è soprattutto quello di aver perso la fiducia di molti 18-35enni, spesso considerati lo zoccolo duro del movimento di Di Maio. E invece, evidentemente, parecchi sono rimasti delusi da Gigino e dalle sue ricette per la crescita economica e la creazione (teorica) di nuovi posti di lavoro. I numeri sono impietosi. Tra chi ha deciso di mollare i pentastellati, gli under 35 rappresentano il 43% (mentre sono il 29% degli italiani rimasti fedeli ai Cinque Stelle). Insomma, ci avevano creduto, i giovani, nella rivoluzione promessa da Grillo e Casaleggio. Ma sono anche stati tra i primi ad accorgersi che in realtà era una fregatura. E così molti hanno deciso di guardare all’altro vicepremier. Oltre il 40% dei nuovi elettori leghisti appartiene infatti a questa fascia d’eta. I dati per i Cinque Stelle peggiorano addirittura quando si va ad analizzare il livello di istruzione degli elettori. Se la media nazionale di chi ha un diploma o una laurea è del 50%, tra gli ex grillini, secondo lo studio di AnalisiPolitica, si raggiunge addirittura il 90%. «È facile», sottolinea Ferrari Nasi, «che alcune gaffe e imprecisioni da parte di Di Maio, Toninelli e altri esponenti M5S siano state giudicate imperdonabili soprattutto dai cittadini in possesso di un titolo di studio superiore». Sono in gran parte loro, infatti, ad aver abbandonato la nave grillina. Anche qui chi se la ride è il Carroccio: ha un’istruzione medio-alta il 61% di chi ha deciso di votarlo dopo le Politiche, segno che tanti sono passati da un partito all’altro della maggioranza. C’è poi il nodo del Meridione. E anche qui per il ministro del Lavoro è una brutta mazzata. Nonostante il reddito di cittadinanza vada in gran parte nel Mezzogiorno, gli elettori di quelle zone fanno la fila per salire sul Carroccio: viene da Sud e Isole ben il 60% dei transfughi M5S. E, di contro, viene da qui 37% dei neo-salviniani. Nel complesso, tra gli elettori che hanno abbandonato i grillini, oltre uno su tre (il 35%) è passato con Salvini. Al Pd arrivano solo le briciole (2%) e poco di più tocca ai partiti alla sinistra dei dem (4%). Il grosso di chi non sceglie la Lega si rifugia invece nel non voto (24%) o rimane nel limbo degli indecisi (35%). Discorso in parte speculare per quanto riguarda il ministro dell’Interno. Ma se il 35% dei nuovi elettori leghisti viene dai pentastellati, c’è anche una discreta fetta di ex forzisti (20%) ed ex meloniani (20%). Interessante il fatto che tra i nuovi sostenitori di Salvini c’è un 17% di ex Pd e addirittura un 2% che arriva da partiti ancora più a sinistra. Già, perchè se i leghisti si considerano in maggioranza di destra o di centrodestra, tra i nuovi arrivati c’è pure chi si sente orgogliosamente “compagno”. La Lega nazionale è ormai anche trasversale.