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 2019  febbraio 25 Lunedì calendario

Nella biblioteca segreta di Dan Brown


AMSTERDAM È Dan Brown uno dei più assidui frequentatori della Bibliotheca Philosophica Hermetica, ribattezzata "Ambasciata del libero pensiero” da quando, due anni fa, i suoi venticinquemila volumi sono stati trasferiti nel seicentesco Palazzo delle Teste del Keizersgracht, uno dei canali più eleganti di Amsterdam. Grato per avervi forse scoperto un’oscura setta satanica o qualche formula esoterica da inserire nei suoi romanzi, l’autore di Inferno e del Codice da Vinci ha donato alla biblioteca 300mila euro, subito impiegati per digitalizzare la sua straordinaria collezione di testi ermetici, mistici, cabalistici, rosacrociani, massonici, gnostici e alchemici. «Grazie a quei soldi sono già online quasi cinquemila opere e trecento manoscritti, tutti pubblicati prima del Novecento», mi spiega la direttrice Esther Ritman, una gigantessa bionda con gli occhi azzurro ghiaccio e il sorriso gentile. «Conserviamo soprattutto trattati di filosofia ermetica, che sono anche la parte predominante del nostro programma di acquisizioni».
L’ufficio della Ritman è al primo piano di questo palazzo ultimato nel 1622, dieci anni dopo che ad Amsterdam si cominciarono a scavare i canali. Salvo poche modifiche è rimasto uguale ad allora, con pavimenti di legno lucidato, porte in noce e ampi camini in ogni stanza. È qui che la direttrice mostra a Repubblica alcune gemme della sua collezione, cominciando con un’opera del XVII secolo nella cui epigrafe si rende omaggio alla famiglia dei ricchi e illuminati mercanti De Geer, primi proprietari del palazzo.
Oltre a importare spezie e sete dalle Indie Orientali, i De Geer ospitavano artisti e letterati, offrivano rifugio a chi era perseguitato e custodivano in casa oltre cinquemila libri, che per l’epoca era una cifra da primato. «Un po’ come mio padre Joost, brillante uomo d’affari e insieme appassionato di spiritualismo, che colleziona testi ermetici dall’età di 23 anni, e cioè da quando mia nonna gli regalò Aurora del filosofo e teologo tedesco Jacob Böhme, uno dei principali esponenti del misticismo cristiano moderno.
Nel 1984, mio padre decise di aprire al pubblico la sua biblioteca privata per condividere con il resto del mondo i tesori di saggezza che vi aveva accumulato. L’Ambasciata del libero pensiero è frutto della sua passione per chi si è dedicato alla ricerca del significato dell’esistenza, in particolare per chi considera l’uomo un miracolo, “una vera meraviglia, alla quale si deve onore e venerazione” come scrissero gli ermetici, perché specchio sia della natura sia della sfera divina».
La collezione del Palazzo delle Teste è anche un tributo ad Amsterdam, che secondo la Ritman è la capitale mondiale dell’ermetismo assieme a Firenze e Venezia, città dove ha recentemente partecipato all’allestimento di due mostre: una su Giordano Bruno, l’altra su un personaggio leggendario di età preclassica, Ermete Trismegisto, ritenuto l’autore del Corpus hermeticum. Ora, nella sua biblioteca sono conservate anche molte opere sulla libertà d’opinione, pubblicate proprio nella prima città d’Olanda. «Già, perché se il Seicento è stato in Europa un secolo funestato dalle guerre di religione, ad Amsterdam si stampavano i libri messi all’indice altrove, ognuno poteva credere in ciò che voleva e i governanti dell’epoca già cercavano di accontentare il filosofo Baruch Spinoza quando chiedeva loro di garantire la libertà ai cittadini senza mai opprimerli», dice ancora Esther Ritman. «È del resto lo stesso Spinoza che nel suo Trattato teologico- politico del 1670 asserisce che i miracoli non sono segnali divini bensì fenomeni naturali, perché uno come lui che voleva liberare il popolo dalla superstizione tollerava soltanto la religione del raziocinio».
Grazie ai tesori della biblioteca che si affaccia sull’esclusivo Keizersgracht è stata anche creata la cattedra di Ermetica all’Università di Amsterdam, con studenti e professori che possono gratuitamente consultare tutte le opere in catalogo. Ma questa raccolta di libri antichi è importante anche per un altro motivo. Infatti, sostiene la direttrice, se siamo abituati a credere che la filosofia occidentale dipenda solo da alcuni grandi pensatori quali Platone, Cartesio o Kant, non va dimenticato che il pensiero moderno s’è forgiato anche grazie all’influenza della corrente ermetica, immaginata quasi duemila anni fa da pensatori sconosciuti. «All’inizio del Rinascimento, questa filosofia riapparve. E fu anch’essa strettamente legata al processo di modernizzazione della società occidentale, con la riscoperta di opere dell’antichità e trovando divenute così fonte l’ispirazione per un progetto di rinnovamento culturale. Nel 1471, l’umanista Marsilio Ficino tradusse dal greco la summa dell’ermetica di Trismegisto e la consegnò nelle mani di Cosimo de’ Medici. Ebbene, quel testo divenne una sorta di bestseller dei suoi tempi influenzando radicalmente tutto il secolo successivo», aggiunge la direttrice.
A lungo gli storici hanno trattato l’ermetica come una curiosità di poca importanza. Così come l’astrologia e la magia, essa non combaciava con la loro immagine del Rinascimento, fondamento del mondo razionale e moderno, sebbene lo stesso Isaac Newton scrivesse più di alchimia che di qualsiasi altro argomento. Dice ancora la Ritman: «Negli ultimi decenni s’è finalmente capito l’errore. E sappiamo oggi che il pensiero ermetico costituisce un elemento essenziale nell’evoluzione del nostro pensiero, poiché indissolubilmente legato alla modernità della cultura occidentale».
L’Ambasciata del libero pensiero contiene anche un museo di tele e sculture che raffigurano temi sacri e filosofici, allestito in un palazzo che è un luogo incantato. Quest’imponente edificio con sei teste romane che ne ornano la facciata fu costruito secondo i criteri armonici del Rinascimento olandese. E anche secondo i canoni estetici di una certa “saggezza mercantile”, tipica della città che da quattrocento anni esalta la tolleranza.