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 2019  febbraio 25 Lunedì calendario

LUIGINO NEL MIRINO - PER IL M5S, QUELLA IN SARDEGNA E’ UNA SCONFITTA PEGGIORE DELL’ABRUZZO PERCHE’ ARRIVA DAI PASTICCI INTERNI - TUTTO E’ INIZIATO CON LA VITTORIA ALLE “REGIONARIE” DI MARIO PUDDU, SINDACO DI ASSEMINI, POI SILURATO PER UNA CONDANNA PER ABUSO D'UFFICIO - DOPO QUALCHE SETTIMANA DI IMBARAZZO, SI DECIDE DI RIPETERE LE REGIONARIE ONLINE, ESCLUDENDO ANCHE IL SECONDO CLASSIFICATO DI AGOSTO, LUCA PIRAS, COLPEVOLE DI… -

Una sconfitta pesantissima, persino peggiore di quella dell' Abruzzo. «Ci giochiamo tutto in Basilicata- spiegano i vertici -. Da Matera partirà la nostra riscossa e ci tirerà la volata per le Europee». Ottimismo di facciata, utile per non deprimersi troppo, dopo l' ennesima batosta. Perché, dai primi exit poll, la lista del Movimento sembra essere arretrata dietro la linea Maginot della disperazione, ovvero il 20 per cento. Una soglia psicologica sotto la quale Luigi Di Maio sperava di non calare. Anche perché fa male il raffronto con quello che accadde meno di un anno fa, il 4 marzo del 2018, quando il Movimento ottenne il 42 per cento nell' isola, vincendo nove collegi uninominali su nove.

Dal trionfo al tracollo è un attimo e a poco servirà minimizzare, se i dati saranno davvero questi e se la Lega vincerà a mani basse. Facile che ora si rafforzi la minoranza che teme ulteriori cedimenti alla linea leghista - «Continuiamo a farci del male da soli» nota in tarda serata la senatrice Elena Fattori.

La leadership di Di Maio, duramente sconfitta in queste elezioni, non è in discussione. Tanto che il capo politico dice ai suoi: «Siamo soddisfatti, è un buon risultato non si può fare un parallelo con il quadro nazionale. E comunque per la prima volta entriamo in consiglio regionale e siamo la prima lista».

Magra consolazione, visto il trionfo dell' alleato. Se in Abruzzo i 5 Stelle erano riusciti nel miracolo di dimezzare i voti in un anno, il bis sardo è un segnale di pericolo, perché rischia di trasformarsi in un trend negativo che si autoalimenta. Loro lo negano e in serata ricordano che «il centrodestra in Sardegna si è presentato con 11 liste, il centrosinistra con 8. Davvero Davide contro Golia».

La sconfitta sarda parte da lontano, dal pasticciaccio delle regionarie. Nell' agosto del 2018, le consultazioni online vengono vinte da Mario Puddu, sindaco di Assemini. Il 18 ottobre, arriva una condanna per abuso d' ufficio e il vincitore viene detronizzato. Dopo qualche settimana di imbarazzo, si decide di ripetere le regionarie online, escludendo anche il secondo classificato di agosto, Luca Piras, reo di avere esternato alcune critiche online. Ottimo modo per sgretolare l'unità dei militanti e introdurre tensioni e dissapori correntizi. Tanto che centinaia di militanti rinunciano a votare alle regionarie. Ai primi di dicembre vittoria di Francesco Desogus, 450 voti e molti mugugni. Nel frattempo diversi consiglieri sardi lasciano e il gruppo regionale perde pezzi.

La sconfitta era data per certa dai vertici, che infatti si sono defilati. Tanto che il deputato sardo Nardo Marino nei giorni scorsi si era lamentato per la «mancanza di struttura e coordinamento». Proprio quello che sta cercando di mettere in piedi ora Di Maio, con la riorganizzazione del Movimento. Troppo tardi per la Sardegna. E anche per la Basilicata, dove però la situazione è molto più equilibrata.

Il candidato governatore M5S, l' imprenditore potentino Antonio Mattia, non vuole aiutini: «Aprirsi alle liste civiche? Serve a poco. Qui non ne abbiamo di vere. Il centrosinistra si presenta con otto liste, ma per noi è più utile aprirsi sui territori». La Basilicata è un feudo del centrosinistra, ma con il governatore Marcello Pittella ai domiciliari per falso e abuso d' ufficio, la corsa si è riaperta. Il candidato del centro-destra è un ex generale di FI. «Bisognerà vedere - spiega Saverio De Bonis, senatore lucano espulso dai 5 Stelle - la capacità di Pittella di raccogliere i voti. Qui contano gli apparati, le porte girevoli tra destra e sinistra».

Mattia è ottimista: «I sondaggi ci danno alla pari, se non lievemente in vantaggio». La Basilicata è piccola, ma quest' anno Matera è la capitale della Cultura e il voto, il 24 marzo prossimo, anticipa di poco le Europee: «Con lo stop alle trivelle e la presenza dei ministri competenti, senza troppe parate di leader, possiamo davvero farcela».