il Fatto Quotidiano, 24 febbraio 2019
Lunga intervista a Davide Casaleggio
Non mutamenti radicali, ma normali evoluzioni nella storia del Movimento 5 stelle. La consapevolezza che per sopravvivere bisogna cambiare, a partire dal rapporto con chi sta a presidiare i territori e che si sente abbandonato. Quindi la proposta: “Aumentare lo stipendio a consiglieri comunali e municipali”. Anticipiamo qui alcuni brani di una lunga intervista che verrà pubblicata sul prossimo numero di Fq MillenniuM, in edicola dal 9 marzo. Casaleggio risponde alle critiche sul voto per il caso Diciotti e spiega perché, secondo lui, il governo durerà l’intera legislatura. Affronta la questione dei rapporti con la Lega e ricorda gli ultimi discorsi avuti con suo padre in cui Gianroberto Casaleggio, prima della morte, parlava del futuro dell’Italia e del M5s. Infine, presidente dell’associazione Rousseau, descritto dal New York Times come “una specie di mago di Oz” che guida il partito nell’ombra, alle domande sulla sua azienda e il suo ruolo. E ricorda di aver partecipato sin dal primo giorno con Grillo e il padre alla creazione del movimento. Ecco i brani che riguardano la più stretta attualità.
Il M5s si prepara a una rivoluzione?
Stiamo affrontato un momento che richiede un’evoluzione. Ne abbiamo attraversati molti nella nostra storia.
Questa volta però si toccano dei pilastri: l’apparentamento con le liste civiche ad esempio. O la regola del massimo due mandati.
Sono indiscrezioni giornalistiche e non sono state comunicate agli iscritti.
Di Maio ha parlato esplicitamente di liste civiche.
Chiedetelo a Di Maio.
Raccontano che è sempre stato lei a fare muro su questi temi.
Come ho detto, evoluzioni nel Movimento ci saranno. Ci sono sempre state.
La sconfitta in Abruzzo è un segnale. Il M5s si è concentrato troppo sul governo e ha dimenticato il territorio?
Sicuramente devono essere più valorizzati i consiglieri comunali e anche quelli municipali. Bisognerebbe dare più spazio alle loro battaglie. È importante perché hanno uno stipendio troppo basso.
Sta dicendo che dovrebbero guadagnare di più?
In qualche modo dovrebbe essere aumentato il loro stipendio e diminuito quello degli altri. A partire dalla riduzione di quello dei parlamentari e dei consiglieri regionali, come già fanno i 5 stelle. C’è poi anche un tema di legame con il governo. C’è l’illusione, forse perché lo fanno gli altri partiti, che il governo debba rappresentare solo una parte: in realtà il governo rappresenta tutti. Forse possiamo migliorare nel capire come convogliare le esigenze di tutto il territorio verso il governo.
A proposito di malumori: caso Diciotti. Perché chiedere alla base se far processare Salvini?
Penso che in tutte le occasioni in cui possono essere coinvolti gli iscritti su decisioni che segnano la vita del Movimento sia opportuno farlo.
Il quesito però era suggestivo. Diceva implicitamente: siete d’accordo che è stata una scelta politica?
Era quello posto in commissione.
Non testualmente.
No, però la domanda non era se bisognasse mandare a giudizio qualcuno, ma se quel fatto specifico fosse ragion di Stato.
Non sarebbe stato meglio dare spazio alle tesi del sì e del no al processo? Luigi Einaudi diceva: “Conoscere per deliberare”.
C’era una descrizione del quesito dettagliata. Alla fine si è optato per una presentazione asettica.
Una critica di molti, anche del nostro giornale, è che i 5 stelle siano stati incoerenti perché da sempre contrari all’immunità. Vede l’incoerenza?
Sono stato sorpreso che fosse una delle prime occasioni in cui è stato utilizzato un articolo diverso (art. 96 ndr). Si chiedeva non tanto se fosse stato commesso un crimine o se bisognasse processare Salvini (art. 68 ndr), ma si chiedeva se c’era ragion di Stato. C’è differenza.
Funzionano messaggi semplici. I 5 stelle dicevano: i politici vanno trattati come tutti gli altri.
Penso che i cittadini sappiano ragionare. E semplificare troppo i messaggi lascia il tempo che trova.
Il M5s è uscito diviso da quel voto. Qualcuno se ne andrà?
Penso che quando le persone possono esprimersi e dare la loro opinione, il 100 per cento di chi partecipa si sente importante per la vita del Movimento.
Suo padre al Fatto Quotidiano disse che sareste arrivati alla certificazione del voto da parte di un ente esterno. Non è mai successo.
È stato escluso perché ha costi troppo alti. Oggi abbiamo uno strumento di certificazione del voto che passa da una serie di procedure che noi seguiamo e da un notaio che ne valuta l’adozione e fotografa il risultato finale. In futuro adotteremo la certificazione distribuita (blockchain ndr).
Ma quando?
Presto comunicheremo l’inizio del percorso.
Qualcuno dice di aver votato due volte.
Non è possibile.
Cosa non ha funzionato? Ci sono siti che fanno molte più transazioni in un giorno.
Siti con budget miliardari.
L’associazione Rousseau riceve 300 euro al mese da ogni parlamentare M5s. Alcuni hanno chiesto un resoconto su come vengono usati.
Mi sembra assolutamente una richiesta corretta, infatti i bilanci dell’associazione sono stati pubblicati. Abbiamo anche fornito un dettaglio, pur non essendo tenuti, al Parlamento.
Il voto online viene usato poco o mai per scelte politiche.
Forse non ci sono state le occasioni, forse non c’è stata l’opportunità. Per me ogni votazione è importante. In totale ce ne sono state 248, una in media ogni 9 giorni. Sfido a trovare un’altra forza politica che abbia coinvolto così tanto i propri iscritti.
Suo padre diceva che l’obiettivo per il M5s era di non servire più e sparire. È ancora valido?
C’è sempre lo stesso obiettivo. Il Movimento è nato perché era indignato da una serie di cose che succedevano in Italia. Una volta risolte può anche sparire.
Nell’attesa di sparire, lei è cercato da tanti.
C’è molto interesse anche a livello internazionale per un nuovo modello di fare politica (…)
Lei ha però anche una associazione dedicata a suo padre. Come raccontato dal nostro giornale, ha organizzato cene con imprenditori e finanziatori. È un potenziale conflitto di interessi…
Il tema non esiste, perché da una parte non mi pago lo stipendio, dall’altra ho un’azienda comunque piccola e sartoriale. Con quella società (la Casaleggio associati ndr), tra l’altro ho avuto tre anni di perdite durante il periodo del Movimento. Se mi facessi nominare in un qualunque posto disponibile in Italia, probabilmente guadagnerei di più con un singolo stipendio che con tutto l’utile che faccio con la società.
A lei preoccupa la recessione dell’economia italiana? Il governo ha scelto la strada giusta?
Assolutamente sì, è la strada giusta. Sono preoccupato dell’evoluzione economica a livello mondiale.
Che voto dà all’esecutivo?
Mi sembra stia andando bene. Può migliorare su quest’anno e lo farà.
Ma bene da 6 o da 8?
Non do voti. Non faccio l’insegnante.
È convinto che la legislatura durerà 5 anni?
Sì.
Perché?
C’è un motivo pratico. E un motivo di solidità del patto di governo. Penso che a entrambe le forze convenga comunque portare a termine tutte le attività che sono state scritte in quel contratto.
Suo padre sognava un “governo dei migliori”. In questo esecutivo ci sono ministri che sono stati protagonisti di gaffe anche gravi. Serve un rimpasto?
Non vedo a breve questa cosa. E penso anche che quando si parla di gaffe, in realtà stiamo parlando di un sistema mediatico che le monta.
Lei critica i media. Dicevate “I partiti fuori dalla Rai”. Ma le mani lì ce le avete messe.
Non mi sembra. Qual è l’iscritto M5s finito a fare il dirigente della Rai?
Il M5s prima delle elezioni si era preoccupato di dare un’immagine di serietà. Poi Di Maio è andato dai gilet gialli con Di Battista…
Il Movimento ha tante sensibilità, tante persone che danno apporto nei vari modi in cui possono. Alessandro è sicuramente una persona importante per il Movimento.
Ma se Luigi fa Alessandro?
Luigi ha sempre fatto Luigi.
Lei entrerà mai in politica?
Penso di essere saturato a sufficienza.