Il Sole 24 Ore, 24 febbraio 2019
Mappe di luoghi che (forse) non esistono
La cartografia è un’arte (o una scienza) che viene da lontano: a disegnare per primo l’intera terra fu, nell’antica Grecia, Anassimandro, nel VI secolo a.C., che la immaginò come un disco circondato da un oceano. Ma si potrebbe andare molto più indietro, citando lo sviluppo cartografico nell’antica Cina e i pittogrammi e bassorilievi aztechi e incas. Le mappe meglio conservate (e più preziose per appassionati, musei e collezionisti) sono quelle che hanno alcuni secoli: alle aste possono raggiungere quotazioni molto alte.
Ma l’aspetto più curioso riguarda le mappe di isole che (forse) non esistono più. Come l’isola di Zanara, che potrebbe essere l’ottava isola dell’arcipelago toscano. Il condizionale è d’obbligo: riportata per la prima volta la segnalò nel 1589 Gerardo Mercatore, cartografo, scienziato e astronomo, nella sua mappa antica dedicata alla Tuscia. Una mostra alla galleria Artemare di Roma di qualche anno fa ha documentato che Zanara ricompare in altre mappe, almeno fino al 1720, nella Antiqua Italia di Pierre Vander, sempre tra le isole del Giglio e di Giannutri. Poi più niente. Oltre che cacciatori di tesori, servono cacciatori di isole.