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 2019  febbraio 24 Domenica calendario

La mitologia cinese ci parla

Chissà che ne sarebbe stato del mondo se Nüwa, la dea creatrice dell’umanità, non fosse intervenuta per por fine alla catastrofe causata dalla furia di Gong Gong, divinità minore, che in un impeto d’ira abbatté uno dei pilastri che reggevano la volta celeste, inclinandola e provocando il cedimento strutturale della terra e una grande alluvione. Per ripristinare l’assetto cosmico Nüwa sigillò la crepa creatasi nell’azzurro del cielo con un impasto ottenuto fondendo pietre di cinque colori e usò le zampe di un’enorme tartaruga marina come pilastri per sostenere la volta stellata. Anche l’arciere Yi si incaricò di salvare la terra, eliminando dal cielo nove dei dieci soli sorti contemporaneamente che, con il loro calore, stavano per distruggere ogni cosa.
La mitologia cinese è ricca di simili vicende, le cui origini si perdono nella notte dei tempi, affidate alla trasmissione orale e alla cultura popolare. La letteratura classica le cita in modo rapsodico, sotto forma di «brandelli irriconoscibili, amalgamati, ritagliati, mutilati», per dirla con Marcel Granet, che affrontò il tema all’inizio del secolo scorso (il suo Danze e leggende dell’antica Cina è stato appena pubblicato da Adelphi nella traduzione di Elena Riva Akar e con la cura editoriale di Carlo Laurenti, pp. 570, e 45). Per quanto frammentarie e talvolta contraddittorie, queste narrazioni svelano un mondo ancor oggi suggestivo e avvincente. Che continua a parlarci.