ItaliaOggi, 23 febbraio 2019
Medicina, numero chiuso addio. Alla camera in discussione nove proposte di legge per riformare l’accesso
Messi da parte caso Diciotti e Tav, il governo gialloverde pare muoversi con ritrovata sintonia. Tra i dossier su cui Lega e M5s sono pronti a tornare alla carica c’è la riforma dell’accesso alle facoltà sanitarie, in particolare Medicina. L’abolizione del numero chiuso era già stata annunciata dal premier Giuseppe Conte nel comunicato con cui Palazzo Chigi sintetizzava, a ottobre scorso, le misure approvate dal consiglio dei ministri con la legge di bilancio 2019. Nel giro di poche ore si scatenò il putiferio: i rettori protestavano l’assoluta impossibilità di accogliere tutti i potenziali richiedenti, per 9 mila posti agli ultimi quiz si erano presentati 67mila candidati. E intanto filtrava dai gabinetti dei ministeri interessati la sorpresa circa la non condivisione della decisione. Palazzo Chigi corresse il tiro: l’eliminazione del numero chiuso è un obiettivo di medio periodo. I ministri dell’istruzione, Marco Bussetti, e della sanità, Giulia Grillo, si impegnarono intanto a incrementare il numero di posti messi a disposizione per Medicina, obiettivo ritenuto questo sì fattibile.In queste settimane la riforma del numero chiuso è tornata di attualità. In commissione cultura alla camera sono in discussione ben nove disegni di legge, tra maggioranza e opposizione, che puntano a cambiare l’accesso all’università. Si va da quelle più strong di Fratelli d’Italia e di LeU, che prevedono l’eliminazione dell’accesso programmato per tutti i corsi di laurea, a quelli di Lega e M5s che puntano rispettivamente a introdurre un numero minimo di esami da superare al primo anno piuttosto che su una diversa programmazione del fabbisogno.
Di superamento del numero chiuso del resto si parlava già nel contratto di governo gialloverde. Attraverso l’adozione di un modello che assicuri, si prevedeva, procedure idonee a verificare le effettive attitudini degli studenti e la possibilità di una corretta valutazione degli stessi. In commissione cultura intanto, in vista di un testo unificato, sono state avviate le audizioni, tra queste quella di Giorgio Zauli, il rettore di Ferrara.
Zauli ha chiesto al Miur, unico finora in tutta Italia, di poter sperimentare il prossimo anno un sistema di selezione ispirato al modello francese: tutti possono iscriversi a Medicina, salvo dover sostenere entro gennaio tre esami ritenuti fondamentali, tra questi Anatomia, con una votazione di almeno 27 su 30. Chi non riesce è fuori, e potrà iscriversi ad altra facoltà. «La scrematura basata su quiz nazionali finora ha dimostrato di non essere il modo migliore per selezionare la futura classe medica», spiega Zauli. La proposta di Ferrara è stata condivisa con entusiasmo su Fb dallo stesso leader della Lega Matteo Salvini. E, secondo rumors parlamentari, potrebbe essere la base per il punto di equilibrio con il Movimento5stelle, per il quale il viceministro Lorenzo Fioramonti aveva ipotizzato «un primo anno integrato tra varie discipline così che la Medicina non sia più un percorso isolato»
Il ministro Bussetti non si sbilancia. A viale Trastevere il dossier è oggetto di un tavolo di confronto con le università perché la soluzione questa volta non sortisca l’effetto di una doccia gelata. Intanto il numero di nuovi accessi potrebbe salire a 12-14 mila posti. Un ampliamento di posti che dovrebbe venire incontro anche alle proteste del servizio sanitario circa le imminenti difficoltà di copertura provocate dai prepensionamenti di Quota 100.