ItaliaOggi, 23 febbraio 2019
Diritto & Rovescio
Un amico, imprenditore italiano, è in Cina per motivi d’affari. Da là mi ha mandato questa e-mail che, senza la sua autorizzazione (tanto è anonima), ripubblico come l’ho ricevuta, senza apportare ad essa alcuna correzione. Essa dice: «Ciao a tutti, siamo in Cina, abbiamo lasciato oggi Pechino e siamo arrivati a Xi’An. Qui tutto sta crescendo alla velocità della luce mentre noi, in Italia, siamo fermi. Anzi andiamo indietro. Il nostro treno cinese ad altissima velocità ha percorso 1.420 km (una distanza paragonabile al tratto Milano-Sicilia) in sole 4 ore 13 minuti. Mentre i cinesi mettono a segno questi exploit, da noi imperversa la no Tav, no triv no tap, e persino no vax! Qui ci sono già oltre 20 mila chilometri di Alta velocità e presto saranno 30 mila. Come non fare un paragone? In Italia infatti, proprio in questi giorni, si discute se fare o non fare un traforo (il Frejus) di cui si è cominciato a parlare 17 anni fa, che viene pagato al 50% da altri (la Ue) e che è già stato appaltato. Di una cosa sono certo. Dall’anno prossimo mio figlio inizierà l’anno intensivo di lingua cinese a Shanghai per poi poter fare l’università in Cina. Chiaro?».