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 2019  febbraio 23 Sabato calendario

Biografia di Marina Granovskaia,

Di Wanda Nara sappiamo tutto, storia, mariti, figli, lati B, la tattica territorio off-limit per le donne in quanto donne, gli scontri con la dirigenza del club, il lavoro da grande manovratrice dietro le quinte. Di Marina non si sa niente. Presenza sui social? Zero, a parte un account Facebook in sonno. Annaspano i giornalisti sportivi britannici, si rimpallano informazioni di seconda e terza mano con i colleghi russi, sussurrano aneddoti con rispetto e timore, e se ne sta alla larga perfino la stampa scandalistica, quello col pelo sullo stomaco più fitto del globo. Marina Granovskaia, “probabilmente la donna di maggior potere nel mondo del calcio mondiale” azzarda l’Evening Standard in un pezzo così circospetto da evocare spie e segreti da guerra fredda.
Detta la Zarina, nazionalità russo-canadese, director nel consiglio di amministrazione del Chelsea F.C di Roman Abramovic e, si dice, vera detentrice del potere a Stamford Bridge. Poche foto, qualcuna sorridente, sempre in compagnia di giocatori, capelli lunghi, completi corporate, quarantenne, ma anche l’anno esatto di nascita è un mistero.
I giornali russi corrono in soccorso: cresce a Mosca negli anni dell’ascesa di Putin e dei suoi oligarchi, frequenta l’esclusiva Accademia di Musica e Danza 1113, la stessa del duo tATu, pop star di una Russia dal volto nuovo. “Non era niente di speciale” è il commento di un ex insegnante. Poi studi di Lingue (ne parla un numero imprecisato) alla prestigiosa Università Statale della Capitale e lo sbarco alla Sibneft, compagnia petrolifera e primo scrigno della ricchezza di Roman Abramovic. Assistente personale, poi consigliere di Roman, che la coinvolge nella Millhouse Capital, società londinese che gestisce i beni dell’oligarca. Fra cui le sedi a Londra e Mosca di Sumosan, ristorante di sushi preferito da Marina (e da oligarchi e modelle della rutilante Mosca sul Tamigi) che qui festeggia i suoi compleanni con amici e giocatori blue.
L’ascesa è rapida e verticale: comincia nel 2003 con la presenza sempre più frequente alle riunioni del club. Nel consiglio d’amministrazione entra ufficialmente ne 2013, ma è già dalla fine del 2000 che è la Special One. Lo racconta Yuri Dud, direttore del sito russo sport.ru: “Eravamo in albergo durante un torneo. I giocatori scherzavano con lei come avrebbero fatto con un compagno. E io, un vecchio sessista, rimasi molto sorpreso che una donna russa potesse essere vista come un uomo per i giocatori del Chelsea”. Il sessismo nel calcio: tasto dolente, sotto tanti cieli.
Ma Marina è di più: “È praticamente il Potere al Chelsea. Roman si fida di lei ciecamente. Non le interessa la visibilità ma non ci sono dubbi su chi sia al comando e chi prenda le decisioni”, rivela sempre allo Standard, in via riservata, un procuratore.
Protetta dalla riservatezza, mai esposta a chiacchiere personali, si dice sia una negoziatrice abilissima. Comincia nel 2011 con l’acquisizione di Fernando Torres, affare da 50 milioni di sterline.
Tratta con un occhio di riguardo ai giocatori: lavora sui rapporti, ricuce ferite, coltiva talenti e personalità. È lei a volere Mourinho, e a riportarlo al Chelsea dopo la plateale rottura con Abramovic nel 2007. Sempre in volo fra Londra e Madrid, dove Mou è approdato, due anni di trattative pazienti fra personalità ombrose, una questione d’orgoglio per entrambi che rendeva il ritorno desiderabile ma delicato, poi una vittoria capolavoro di mediazione, che amplifica ancora la sua sfera di influenza. Media anche fra Roman e Antonio Conte, insoddisfatto per la campagna acquisti. Perde le staffe solo una volta, durante l’esasperante negoziato per il rinnovo del contratto del capitano John Terry nell’estate del 2014: “Firma o levati dalle palle”. Terry firma. Il suo potere cresce, con Abramovic sempre meno presente a Londra, sempre più propenso a delegare, sempre più lontano dal club.
Ora Marina la zarina deve gestire la grana Sarri. L’allenatore non funziona, il Chelsea perde, la tifoseria in rivolta punta il dito su di lei che Sarri lo ha voluto dal Napoli. Il Daily Mail lancia la bomba: Sarri cadrà e Marina con lui. Un pezzo acchiappa-clic corredato di foto dei due sorridenti alla firma del contratto. Solo otto mesi fa, e invece ora le tensioni sono profonde, il rapporto fra i due sembra essere davvero ai minimi termini con l’allenatore frustrato dalla mancanza di comunicazione con l’Uomo forte Abramovic.
Fra i tifosi napoletani circola il rumour, impossibile da verificare, di un commento di Sarri di un sessismo irripetibile, da far sembrare quello di Collovati sull’alter ego Wanda un bouquet di roselline. Forse davvero il potere di Marina è al tramonto, e il mondo del calcio europeo si rimangerà l’eccezione di una donna al vertice. E solo allora, dopo la caduta, un maschio troverà il coraggio di fare la domanda del giorno: “Ma di tattica, di tattica capisce?”.