Libero, 23 febbraio 2019
Suicida Alberto Rizzoli, fratello di Angelo
Quattro giorni dopo il suo settantaquattresimo compleanno è morto suicida Alberto Rizzoli. Era erede della dinastia che, nel momento del massimo splendore, controllava la più grande azienda editoriale italiana a cominciare dal «Corriere della Sera». A scoprire il corpo agonizzante è stato il guardiacaccia della tenuta di Garzaia di Villarasca (Pavia). Alberto viveva in una villa costruita in mezzo ad un laghetto collegata alla terra ferma da un ponte levatoio. Secondo gli accertamenti si è sparato ed morto subito dopo il ricovero. Era nipote del fondatore Angelo Rizzoli, e fratello dell’altro Angelo. Nel 1974 era diventato amministratore delegato del gruppo di famiglia e presidente della cartiera di Marzabotto. Cinque anni dopo, in contrasto con Angelo, si era dimesso da tutte le cariche per fondare il gruppo editoriale Quadratum. La testata di punta era «La cucina italiana» che Alberto pubblicava quando ancora non c’erano i masterchef e ai fornelli stavano le mamme. Nel 1983 viene arrestato insieme al fratello per la bancarotta del gruppo di famiglia. Viene rilasciato dopo venti giorni e prosciolto in istruttoria. A questo punto abbandona l’editoria e si dedica all’azienda agricola nel pavese. Nel 2015 pubblica con il cugino Nicola Carraro il volume «Rizzoli, la vera storia di una grande famiglia italiana», in cui racconta la sua famiglia dal lato privato. Descrive la figura di nonno Angelo, cresciuto orfano dai «Martinitt» a Milano, e morto miliardario, dopo aver fondato la casa editrice che porta il suo nome. «Nascere Rizzoli alla metà degli anni Quaranta – aveva detto in un’intervista al «Corriere della Sera» nel 2013 dopo la morte del fratello – rappresentava un grande privilegio di cui sia Angelo che io ci siamo sempre resi conto». Nella villa del pavese si era dedicato alle sue passioni: la caccia e l’allevamento. Aveva avuto due femmine (Giovanna ed Eleonora) da Stellina Fabbri figlia di un altro gigante dell’editoria: Giovanni Fabbri che insieme ai fratelli rese colti gli italiani negli anni Sessanta e Settanta pubblicando le enciclopedie a dispense. Negli anni Alberto aveva fatto la pace con i fratelli. Questa sera doveva andare a cena con i figli di Angelo e la cognata Melania. Ha deciso tragicamente di non andare, «in generale – aveva detto – penso che sull’intera storia di noi Rizzoli andrebbe fatta chiarezza». Forse la decisione di togliersi la vita non è maturata d’improvviso. Di recente aveva fatto sistemare la cappella di famiglia al cimitero Monumentale di Milano.