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 2019  febbraio 23 Sabato calendario

Carta di credito: un compleanno che sa di pensionamento

Non si può farne a meno. In certi alberghi o locali non si riesce neppure a prenotare senza. Eppure ogni volta che la uso penso: quando sparirà? Credo presto. Sto parlando della carta di credito, che quest’anno celebra i suoi settant’anni. Nasce nel 1949 ed è di cartone, come un gioco da bambini. La firma Frank X. McNamara e compare nel ristorante Majors Cabin Grill di New York. McNamara aveva dimenticato il portafoglio a casa; al suo posto pagò la moglie. L’idea è immediata. L’imprenditore ne discute con il suo avvocato, poi socio: come realizzare una carta che sostituisce il denaro, che sia portatile e semplice da utilizzare. Tutto comincia quindi con un debito. Nel febbraio dell’anno successivo nasce la Diners Club, il “club della cena": la carta serve per pagare in 27 tra ristoranti e alberghi di NY. S’iscrivono 200 persone. Per crescere serve ovviamente una banca. Come fare per estendere a tutti gli esercizi commerciali l’acquisto a credito? Ecco l’esperimento “Fresno drop” del 1958. Prende nome dalla città di Fresno in California: 60mila abitanti. La banca locale spedisce ai cittadini in possesso di un conto corrente una busta con la tessera di plastica, più sicura e durevole, e le istruzioni per l’uso. Ha preso accordo con i negozianti. Se l’esperimento fallisce, la banca chiude tutto. Se invece va bene, la cultura del debito–credito può far esplodere i consumi in America. Finisce così. Da allora i consumi cominciano a salire.
Nel 1960 la Bank of America acquista Diners Club. Il sistema inizialmente è rudimentale; non ci sono ancora i computer. Si usa il telefono. Quando il cliente pranza, e paga con la carta, il ristorante telefona alla banca e verifica se è coperto; oppure si utilizza il metodo della registrazione del consumo con un libretto, e a fine mese si saldava il debito con la banca. In una delle sue fulminanti annotazioni Marshall McLuhan ( Le tetradi perdute di Marshall McLuhan, il Saggiatore) scrive che la carta di credito “amplifica l’immagine privata; rende obsoleto il denaro; recupera il baratto, il negoziare”. Il suo ribaltamento è la bancarotta, oppure l’inflazione.
Aggiunge che con la carta di credito il pubblico viene riversato nel computer, che funziona come “banca dati tribale”. L’ha scritto nel 1974, quando non c’erano i Big Data. E ancora: con la carta di credito, scrive, “niente è fissato in anticipo; le identità sono tanto fluide quanto la negoziazione”. Geniale definizione: la fluidità è il segreto della modernità post–bellica, quella che è durata per settant’anni e c’è ancora. Rendere fluido ogni cosa è il segreto. Il computer, di cui ora la carta è solo un’appendice, presto sostituita dalle app, dallo smartphone, è ciò che permette la circolazione di ogni cosa, possibilmente senza ostacoli. L’unica difficoltà è data dalla bancarotta. O anche questa diventerà trascurabile?