il Giornale, 22 febbraio 2019
Le nuove baby sitter sono uomini
In Gran Bretagna e Stati Uniti sono diventati una realtà. Al punto che per loro è stato coniato un termine nuovo di zecca: «manny». Cioè «male nanny», tradotto: tata uomo. Sono i babysitter al maschile, scelti sempre più spesso da vip e persone comuni perché considerati più affidabili e in grado di garantire meglio la salvaguardia dei bebè.
Una delle prime ad aver scommesso su questa nuova figura è stata l’attrice americana Gwyneth Paltrow. Qualche anno fa la star ha assunto un bambinaio per affidargli i figli, Apple a Moses. Questione di sicurezza, ha precisato. Perché un uomo sarebbe in grado di gestire meglio le emergenze e di difendere i piccoli in caso di pericolo. Il suo esempio è stato presto seguito da altre colleghe. E così i manny sono entrati nelle case di Madonna, della cantante britannica Mel B e della super ex modella Elle MacPherson. Tutte hanno spiegato che a spingerle è stato il bisogno di proteggere meglio la famiglia, ma anche di offrire ai figli un esempio maschile in più. Una figura forte in grado di compensare, almeno in parte, l’assenza dei papà troppo impegnati con il lavoro e di offrire un punto di vista diverso sulla vita di tutti i giorni.
Piano piano il fenomeno ha preso piede nei Paesi anglosassoni, al punto da cambiare per sempre le ferree regole della scuola di tate più famosa del pianeta. Si tratta del Norland College, a pochi chilometri da Bath. In Inghilterra è noto per aver formato le babysitter scelte dalla casa reale, Kate Middleton compresa. Da sempre ci si entra da adolescenti e, dopo una lunga e difficile formazione, se ne esce da novelle Mary Poppins. Dal lontano 1892 la prestigiosa università per bambinaie è stata aperta alle sole donne. La rivoluzione dei manny è arrivata fino qui e così, adesso, i cancelli si sono spalancati anche per gli studenti di sesso maschile. «L’obiettivo è sfidare gli stereotipi di genere», ha precisato la direttrice Janet Rose. «Ormai tutti sanno che qualunque persona, a patto che nutra una profonda passione per i bambini, è in grado di lavorare come tata ha aggiunto -. Quello che sta succedendo in questi anni è già successo in passato con la professione di infermiere. Un tempo era riservata alle donne, oggi non è più così. Quello che stiamo facendo è mettere in contatto i nostri diplomati con le famiglie, visto che le richieste di babysitter uomini stanno crescendo moltissimo». Anche nel nostro Paese.
A confermarlo è un l’ultimo sondaggio condotto da Vicker, app dedicata ai professionisti. Emerge che il 35 per cento degli utenti che nel corso del 2016 hanno cercato una babysitter su internet alla fine hanno optato per un uomo. Proprio con l’obiettivo di mettere più al sicuro i propri pargoli. Non è un caso che all’interno del Norland College a cambiare siano state anche alcune materie di studio. Accanto a psicologia, salute dei bambini, storia, filosofia, scienze sociali, letteratura ed educazione hanno fatto capolino anche discipline che aiutano a gestire le situazioni di emergenza. E così oggi le future tate dei vip si cimentano con le arti marziali, con i corsi di guida sportiva e con le lezioni per imparare a leggere le mappe in modo da individuare le vie di fuga più sicure. Insomma, a diventare babysitter a 360 gradi, capaci di trasformarsi in Rambo quando la situazione lo impone. A confermarlo è, ancora una volta, la direttrice del college: «Al primo posto c’è sempre l’incolumità dei bambini. I nostri diplomati finiscono nella maggior parte dei casi in famiglie facoltose, nelle quali i papà sono molto impegnati con il lavoro e quindi spesso assenti. Per questo cercano altri punti di riferimento maschili per i propri eredi. Per il gioco, per lo sport, per lo studio. Ma anche per farli sentire più protetti».