ItaliaOggi, 22 febbraio 2019
I tedeschi amano gli spaghetti
I tedeschi hanno imparato a andare al ristorante. Ancora intorno al mitico ’68, ci andavano solo per le feste, o le grandi occasioni familiari, battesimi, compleanni, matrimoni, e anche per i funerali, con amici e parenti dello scomparso. Le Kneipe, le osterie, erano un’altra cosa. Ma lì si trovano solo le poche e eterne specialità nazionali o, meglio, regionali: würstel, bouletten che sarebbero gli hamburger, una zuppa di patate, lo stinco di maiale. Sono stati gli italiani a insegnargli che andare al ristorante non è uno spreco, ma un piccolo piacere non peccaminoso. Ora ci vanno spesso, e vogliono provare cucine nuove, al di là di quella preferita, che è la nostra. A Berlino, se volete, trovate di tutto, anche la coda di coccodrillo al forno che, mi dicono, ricorda il pollo. E, a causa del cambiamento di abitudini, le Kneipe sono quasi scomparse.Ma, i tedeschi rimangono tradizionalisti, vogliono andare sul sicuro, quando pranzano alla mensa aziendale, la Kantine, che, in un certo modo, è il loro ristorante preferito. Dodici milioni di tedeschi ci vanno ogni settimana, altri preferiscono portarsi da mangiare da casa, un panino, un’insalata, cose semplici. Le mense hanno un giro d’affari colossale. Dieci anni fa valeva 4,9 miliardi di euro, nel 2015 si era a 6,4 miliardi, l’anno scorso quasi sette miliardi. Tutto controllato dal Finanzamt, l’ufficio imposte. All’azienda un pasto non può costare più di tre euro e venti, al di sopra il benefit va calcolato per le tasse. E si riscopre la tradizione.
Due terzi delle mense hanno cuochi per preparare le pietanze, un modo per legare all’azienda i dipendenti. Il catering affidato a ditte esterne non piace. Il piatto preferito rimane il più semplice e pericoloso per calorie e colesterolo, Currywurst con pommes, cioè wurstel con patate, condito con ketchup o maionese. Al secondo posto cotoletta con patate al forno, al terzo ci piazziamo noi con spaghetti bolognese, da scrivere così tutto di seguito. In Emilia non approverebbero le modifiche teutoniche, ma loro ormai li considerano una specialità tedesca. Si scopre la mensa all’asilo infantile, e si rimane fedeli fino alla pensione.
Alle elezioni del 2013, i verdi persero voti perché nel programma avevano incluso la proposta di un giorno vegetariano per legge in tutte le Kantine. Almeno a tavola i tedeschi non vogliono regole imposte per il loro bene. Gerhard Schröder per spiegare il suo terzo divorzio, conoscendo la pancia degli elettori, si giustificò: «Mia moglie mi vietava di mangiare würstel». Lei era preoccupata giustamente per la salute del cancelliere, ma i tedeschi stavano dalla parte di lui. Oggi, comunque nelle mense per chi vuole ci sono piatti vegetariani, e perfino vegani. Si è democratici e, per rispetto dei colleghi musulmani per loro ci sono griglie separate dove preparare petti di pollo non contaminati da grasso di maiale.