ItaliaOggi, 22 febbraio 2019
A Lucca si prepara la nazionale italiana degli hacker
C’è una nazionale italiana che andrà ai Mondiali. E che in questi giorni è in ritiro a Lucca, in Toscana, per prepararsi alla competizione internazionale che quest’anno si terrà in Romania. I giocatori hanno tra i 17 e i 23 anni. Invece di dribbling e tiri in porta si allenano con password e dati nascosti. Ogni piattaforma protetta dalla simulazione di un attacco hacker è un gol. È la nazionale dei cyber defender, gli esperti di software e programmazione che tengono al sicuro i siti internet e la proprietà intellettuale dai pirati informatici. Tra divertimento e prospettive lavorative.
Nel nostro paese le Università che ospitano il Cyber challenge, il primo programma italiano di addestramento alla cyber security, sono 18. La sede del ritrovo è il campus dell’Imt di Lucca, un’istituzione accademica pubblica organizzata come scuola di dottorato e centro di ricerca. È lì che i giovani provenienti da licei e Università di tutta Italia si esercitano per le sfide nazionali e internazionali.
Uno degli allenatori della squadra azzurra è Emilio Coppa, assegnista di ricerca al dipartimento di ingegneria informatica dell’Università La Sapienza di Roma. «A gennaio apriamo le selezioni e con i ragazzi scelti facciamo tre mesi di formazione sulla cyber security con una base teorica e molta pratica», ha spiegato Coppa. «A giugno ci sono le competizioni nazionali e dopo l’estate scegliamo i dieci che andranno alla gara internazionale. Lo scorso settembre abbiamo organizzato un incontro nella nostra Coverciano, l’Imt di Lucca, per conoscerci meglio e scambiare idee. Poi siamo partiti per Londra». Dove la nazionale italiana è arrivata sesta su 18 paesi in gara. «Operiamo sempre entro i limiti della legalità», ha sottolineato Coppa, «e non interveniamo su sistemi e servizi reali, ma riprodotti in un ambiente artificiale protetto. In questo modo non si possono fare danni, ma i ragazzi imparano a difendere un sistema, trovare un’informazione nascosta in un’immagine, capire come funziona un’applicazione senza istruzioni, e acquisiscono capacità utili nel mondo del lavoro».
L’obiettivo, oltre alla formazione tramite le competizioni con gli altri paesi, è trovare un impiego. «In Italia gli attacchi informatici sono in crescita esponenziale, com’è in crescita, di conseguenza, il mercato della cyber security», ha aggiunto l’informatico. «C’è necessità di tante figure di esperti e la domanda è molto più alta dell’offerta. Le piccole aziende non possono spendere per i professionisti e quindi sono facilmente attaccabili, mentre le grandi hanno dei team di esperti, ma hanno anche sistemi molto complessi e molti punti di criticità in più. Il capitano della nazionale dello scorso anno è già stato assunto da Google. Le cifre sono alte: i ragazzi chiedono tra i 70 e i 75 euro l’ora per una consulenza per circa 2 mila euro mensili di stipendio base».
Leonardo Nodari, lavora come consulente esterno di alcune aziende in attesa di laurearsi in informatica a Padova. Anche lui fa parte della nazionale che si allena a Lucca. «Qualsiasi azienda ha la sua vita in un sistema informativo e un attacco può avere un impatto devastante», ha detto al Corriere fiorentino. «Per la p.a. è ancora più importante: la maggior parte delle operazioni fiscali, economiche e sanitarie sono gestite su sistemi informatici, quindi c’è un pericolo economico e di privacy dei cittadini».