ItaliaOggi, 21 febbraio 2019
Biogen (Usa) vuole fare i soldi lottando contro l’Alzheimer
La biotech americana Biogen vuole essere la prima a lanciare sul mercato un medicinale capace di frenare gli effetti della malattia di Alzheimer, al momento senza cura. La sua molecola, l’aducanumab, la più avanzata per il trattamento di questa forma di demenza che causa la progressiva perdita delle funzioni cognitive, è oggetto di test clinici di fase 3, l’ultima prima della commercializzazione, secondo quanto ha riferito Le Figaro. I risultati dei test precedenti hanno mostrato l’efficacia di questo anticorpo, che ha permesso di ridurre la taglia delle placche amiloidi, depositi di proteine anormali che si accumulano fra i neuroni e che sono responsabili del declino cognitivo. La speranza è di riuscire a ritardare l’evoluzione della malattia e la conseguente perdita di autonomia. Biogen dispone della pipeline più avanzata e più ricca sul mercato, ha dichiarato a Le Figaro, Michel Vounatsos, ceo della società americana che l’anno scorso ha investito 2 miliardi di dollari (1,7 mld di euro) in Ricerca e sviluppo (il 17% della cifra d’affari) e ha fatturato 13,4 miliardi di dollari pari a 11,7 miliardi di euro (+10% sul 2017) con un utile netto di 4,4 miliardi di dollari (3,8 miliardi di euro).Biogen dispone oggi di sei programmi dedicati all’Alzheimer che stanno tutti prendendo di mira lo stadio precoce della malattia, che inizia, in alcuni casi, anche vent’anni prima della comparsa dei sintomi. Tra questi programmi, due sono in fase 3. Oltre all’aducanumab, anche l’elenbecestat in partenariato con la giapponese Eisai. Una terza molecola entrerà in fase 3 alla fine dell’anno, sempre in collaborazione con Eisai. Se uno di questi programmi sarà coronato dal successo sarebbe il primo medicamento messo sul mercato in 16 anni.
L’Alzheimer resta comunque la principale voce di spesa in ricerca e sviluppo di Biogen. La biotech americana ne ha fatto uno dei suoi principali assi di diversificazione con le malattie neuromuscolari. Una necessità dal momento che i tre quarti delle entrate provengono ancora dalla sclerosi a placche con cinque medicamenti sul mercato, secondo quanto ha riportato Le Figaro.
Con la malattia di Alzheimer il potenziale è enorme, dal momento che i malati nel mondo sono 36 milioni e questo numero raddoppierà nei prossimi vent’anni secondo l’Organizzazione mondiale della sanità. La conseguenza è che di qui al 2015 il mercato potrebbe arrivare a 6 miliardi di dollari (5,2 miliardi di euro) (contro i 3,5 miliardi di dollari nel 2017). Comunque, secondo quando ha dichiarato a Le Figaro il ceo Michel Vounatsos, i sistemi sanitari non sono ancora pronti all’arrivo di un trattamento per l’Alzheimer.