Il Sole 24 Ore, 21 febbraio 2019
Ubs, multa record da 3,7 miliardi in Francia per frode fiscale
Pena severa in Francia per Ubs, la maggior banca svizzera. Un tribunale di Parigi ha condannato il gruppo bancario elvetico a una multa record di 3,7 miliardi di euro, cifra che corrisponde a quanto chiesto dalla Procura nazionale finanziaria (Parquet national financier, Pnf). A questa cifra si aggiungono poi 800 milioni di euro di risarcimenti da versare allo Stato francese da parte di Ubs, della sua filiale francese e di tre ex quadri, per un onere totale quindi di 4,5 miliardi di euro. È la pena più pesante mai inflitta dalla giustizia francese in un caso di evasione fiscale. Ubs, che aveva dovuto versare a suo tempo una cauzione di 1,1 miliardi di euro, ha subito fatto sapere che farà ricorso.
La banca svizzera, leader a livello mondiale nella gestione di patrimoni privati, è stata accusata di fornitura illecita di servizi finanziari e di riciclaggio aggravato di proventi. A Ubs è stato in sostanza rimproverato di aver contattato con suoi consulenti finanziari clienti abbienti in Francia, per convincerli ad aprire conti non dichiarati nella Confederazione elvetica. Per il Pnf si è trattato di un «sistema di frode di portata eccezionale», attuato tra il 2004 e il 2012. La presidente della corte, Christine Mée, ha dichiarato che la giustizia ha sanzionato errori «di una gravità eccezionale, che trovano la loro origine in un’organizzazione strutturata, sistemica».
In un comunicato Ubs si è detta «in forte disaccordo con il verdetto» e ha sottolineato di aver contestato qualsiasi illecito penale in questo caso, durante l’inchiesta e durante il processo. «Non è stata fornita alcuna prova che un cliente francese sia stato sollecitato in territorio francese da un consulente di Ubs ad aprire un conto in Svizzera», ha affermato la banca elvetica. L’istituto rossocrociato ha insistito sul fatto che stava offrendo «servizi legittimi e standard nel rispetto delle leggi svizzere che sono comuni anche in altre giurisdizioni». La sentenza, secondo Ubs, «applica alla Svizzera la legislazione francese», una scelta che «mina la sovranità della legge svizzera e pone questioni significative di territorialità».
Ubs aveva già accantonato circa 2,5 miliardi di dollari (2,2 miliardi di euro) per far fronte a eventuali nuovi oneri legati a contenziosi. La notizia della maxi multa a Parigi ha colpito chiaramente il titolo della banca, che ieri alla Borsa di Zurigo ha chiuso la seduta in ribasso del 2,69%, a 12,50 franchi, in una giornata in cui l’indice svizzero delle blue chip, lo Smi, ha terminato invece in progresso dello 0,64%. Dopo l’annuncio delle condanna in Francia e della maxi multa, l’azione Ubs è arrivata a perdere durante le contrattazioni sino al 4,7%.
Negli anni scorsi a Ubs, come ad altre banche svizzere e internazionali, sono già state inflitte multe consistenti in Paesi diversi, in casi legati spesso a contenziosi fiscali. Ad aprire la serie per Ubs fu in particolare la multa registrata negli Stati Uniti, dove la banca accettò nel 2009 un accordo con le autorità americane per questioni fiscali, si trattò in quel caso di una multa da 780 milioni di dollari. In Germania, inoltre, Ubs ha accettato nel 2014 una multa da 300 milioni di euro.
In questo caso francese, però, la banca svizzera ha respinto da subito ogni accusa e ha appunto criticato apertamente sia il processo che la sentenza del tribunale parigino, confermando immediatamente il ricorso contro la condanna e la multa record.