Il Messaggero, 21 febbraio 2019
Smartphone, il futuro è pieghevole
Potrebbe essere una data da ricordare, quella del 20 febbraio 2019. Perché è il giorno in cui è venuto alla luce il primo smartphone pieghevole. Infatti a dieci anni dal primo smartphone Galaxy, Samsung ieri ha presentato, oltre a tre nuovi Galaxy S10 e al suo primo telefono con connessione 5G, il Galaxy Fold, un cellulare dallo schermo flessibile da 7,3 pollici che si richiude su se stesso come un libro diventando da 4,6 pollici. Lo ha fatto con un evento in pompa magna a Seul, trasmesso in contemporanea a San Francisco e a Londra, nella suggestiva cornice del Tobacco Dock. Anche se per vedere il Fold in commercio bisognerà comunque attendere il 3 maggio, si tratta a tutti gli effetti della nascita di una nuova tipologia di dispositivo, che potrebbe avere un effetto dirompente sul mercato e rivitalizzare un settore, quello degli smartphone, che i dati danno ormai per saturo. Ed è sempre di ieri la notizia che anche Apple ha presentato un brevetto per la stessa tecnologia pieghevole.
LA STRATEGIA
Durante l’evento, la silhouette del nuovo device è apparsa su un grande schermo con le sembianze di una farfalla, mostrando una linea sicuramente ancora non molto rifinita, ma comunque elegante, con i bordi metallici. Del Galaxy Fold si parlava da giorni (secondo i rumors si sarebbe dovuto chiamare Galaxy X) ma la presentazione è stata in dubbio fino all’ultimo. Ed è significativo che Samsung abbia deciso di svelarlo subito prima del Mobile World Congress di Barcellona, la grande fiera dei dispositivi mobili che è luogo di incontro dei big del settore e che inizierà nel fine settimana. Tanto che sarà curioso capire quali reazioni innescherà questa innovazione nella concorrenza. Galaxy Fold si basa su una tecnologia che Samsung cominciò a sviluppare nel 2011, con il primo prototipo pieghevole. Si tratta di una nuova tipologia di display, più sottile del 50% rispetto a quelli normali. Il dispositivo si piega e si chiude con un clic, diventando realmente tascabile, come gli smartphone hanno smesso di essere già da un po’. Ha il sensore per le impronte digitali su un lato e monta due batterie, una per ogni foglio. Quando è aperto, diventa una sorta di piccolo tablet che permette di aprire fino a tre applicazioni contemporaneamente. Quando è chiuso si può utilizzare con il secondo schermo per controllare le email, leggere i messaggi e tutto il resto. Non manca lo spazio per le fotocamere, che sono addirittura sei: tre posteriori, due frontali e una sulla cover, quando è chiuso. Nessuna di queste è particolarmente potente, considerato che la lente principale è da 16 megapixel. La memoria è di 12 gigabyte di Ram, mentre quella interna è di 512 Gb. La batteria è capiente ma non troppo: 4,3 mAh, con la possibilità di ricaricare altri dispositivi per contatto (caratteristica che hanno anche i nuovi Galaxy S10). Il tasto davvero dolente è il prezzo, che parte da duemila euro. Mentre resta un’incognita la resa del software, che sarà un Android 9.0 comunque ottimizzato per le nuove funzioni. È chiaro che si tratta comunque di un primissimo modello, che per certi versi si potrebbe ancora considerare un prototipo, ma non c’è dubbio che nella gara forsennata tra i colossi della tecnologia a innovare quella di Samsung è la mossa più clamorosa, che probabilmente sarà seguita a breve anche da altri, Apple e Huawei in primis. E dello stesso tenore è la presentazione del Galaxy S10 5G, anche se da noi per ora non arriverà. Insomma, Samsung fa vedere di volersi ritagliare un ruolo da protagonista nel prossimo futuro. Per il Fold, molto dipenderà dall’effettivo debutto sul mercato. C’è solo da sperare che la fretta di arrivare primi non abbia spinto l’azienda coreana a lanciare un prodotto non ancora perfettamente funzionante. I precedenti non sono a suo favore: basti ricordare ciò che accadde con il Galaxy Note 7, che per rispettare delle tempistiche strettissime finì per avere un problema alla batteria che ne causava l’esplosione.
IL TRIS
C’è comunque da scommettere che andrà molto diversamente per Galaxy S10, S10+ e S10e, i nuovi tre smartphone top di gamma presentati ieri, già preordinabili e disponibili dall’8 marzo. Il primo è grande 6.1 pollici ed è la versione intermedia; il secondo è il modello premium, con uno schermo da 6.4 pollici e due fotocamere anteriori (oltre alle 3 posteriori) e una memoria che arriva fino a 1 terabyte; il terzo è la versione economica, da 5.8 pollici con schermo piatto e decisamente più maneggevole. Anche i prezzi sono diversi: 929, 779 e 1.029 euro. Il punto di forza, anche qui, è nel display. Perché la qualità del nuovo schermo, curvo e senza bordi (ma con un foro per fare spazio alla fotocamera anteriore) che Samsung chiama Infinity-O e che è dotato di tecnologia Dynamic Amoled, è molto elevata sia in superficie (è la prima volta che uno smartphone supporta la tecnologia HDR10+, standard di altissima definizione) che in profondità, con un lettore di impronte digitali a ultrasuoni. «Oggi Samsung sta scrivendo un nuovo capitolo della storia dell’innovazione», ha esultato DJ Koh, presidente della divisione comunicazione di Samsung. Non ha tutti i torti.