la Repubblica, 20 febbraio 2019
Berlusconi preleva 61 milioni per la campagna elettorale
Silvio Berlusconi rompe il salvadanaio di famiglia e si mette in tasca 61 milioni in contanti per affrontare senza badare a spese – dopo cinque anni di interdizione e Legge Severino – la campagna ( tutta in salita) per le prossime elezioni europee. Forza Italia ha le casse vuote e i conti in banca pignorati dai creditori. L’ex premier ha così deciso che anche questa volta farà da sé, staccandosi a inizio d’anno una serie di dividendi milionari dalle quattro holding personali che controllano il 63,3% della Fininvest. Le difficoltà di Mediaset – che dal 2011 ha distribuito in tutto 44 milioni di cedole – non hanno prosciugato del tutto i risparmi del Cavaliere: Mediolanum, la gallina dalle uova d’oro del gruppo, ha continuato a macinare utili e anche lo scorso anno ha girato 100 milioni al Biscione. E nel portafoglio dell’ex premier ci sono anche 300 milioni di liquidità accumulati a inizio millennio, quando le tv di Cologno erano ancora una macchina da soldi. Un tesoretto accantonato alla voce “riserve" delle società personali.
Gli affari di famiglia, finanziariamente parlando, garantiscono in questo momento a Berlusconi molte più soddisfazioni della politica. Il tentativo di scalata a Mediaset di Vincent Bolloré – salito al 29% del capitale – è finito per ora in un vicolo cieco. L’Agcom ha “congelato” il 20% dei diritti di voto dei francesi di Vivendi e Fininvest, approfittando dell’impasse, ha rafforzato il suo controllo sul gruppo fino quasi al 50%. Non solo: la cessione di Ei Towers ha generato una plusvalenza che garantisce ai soci delle tv – Arcore in primis – un maxi-dividendo che la Borsa (+ 2% ieri) ha già iniziato a festeggiare. Mediaset, che segue con occhio interessato pure la partita Telecom Italia, dovrebbe sciogliere nei prossimi mesi anche il nodo delle alleanze: sul tavolo ci sono le trattative per un asse con i tedeschi di ProsiebenSat e con il gruppo transalpino Tf1.
Il ricco assegno in arrivo da Cologno non è l’unica buona notizia per Fininvest che da qualche anno – sotto la regia della primogenita Marina – ha avviato un piano di austerity. L’addio al Milan, per dire, ha consentito di liberarsi di una zavorra costata 900 milioni di perdite. E il Monza, nuovo divertissement calcistico del Cavaliere, dovrebbe costare molto meno. La politica invece, continuerà anche alle europee a essere un salasso: il Cavaliere ha già speso ben più di 100 milioni di tasca sua per gli impegni” romani” dal giorno della discesa in campo nel ‘94. E i sondaggi non sono oggi l’unica cosa che oggi gli rema contro. Le casse di Forza Italia – malgrado i 91 milioni di prestiti del leader – piangono: i creditori sono riusciti a pignorare beni per 2,5 milioni di euro. I proventi del 2 per mille sono bloccati dai giudici in banca. Buona parte dei parlamentari – ma non tutti – ha ripreso a versare i contributi al partito solo dopo che lo scorso anno Berlusconi ha minacciato di non ricandidarli. E a lui toccherà rimettere mano al portafoglio per provare a conquistare a maggio un poltrona ( e uno stipendio) all’Europarlamento.