Casaleggio associati e Rousseau
Fino a due mesi fa la sede fisica e legale di Rousseau coincideva con quella della Casaleggio Associati, l’azienda "madre" di consulenza fondata da Gianroberto e guidata dall’erede, ora traslocata vicino a piazza San Babila. Un indirizzo unico, via Morone 6, sufficiente ad alimentare il sospetto che l’associazione «senza fine di lucro» costituita da padre e figlio nel 2016 per «promuovere lo sviluppo della democrazia digitale e coadiuvare» l’azione politica dei Cinquestelle, fosse una costola della loro srl privata. Anche in virtù di un intreccio di ruoli, blindatissimi da regole e codicilli, che oggi fanno di Davide il padrone assoluto del Movimento.
La nascita di Rousseau
L’associazione nasce l’8 aprile di tre anni fa con una dotazione iniziale di 300 euro, pari alle quote dei due fondatori: i Casaleggio. Appena 4 giorni dopo, il 12 aprile 2016, Gianroberto muore. Davide, rimasto socio unico, convoca l’assemblea (ovvero sé stesso), modifica lo Statuto e decide l’ingresso di due nuovi soci, l’anno scorso diventati tre: il fedele Max Bugani, che sta anche nella segreteria del vicepremier Di Maio; il "casaleggino" Pietro Dettori, pure lui a Palazzo Chigi, e la consigliera di Pescara Erica Sabatini. Per statuto tutti gli incarichi sono però appannaggio di Casaleggio jr. L’articolo 13 prevede infatti che «il presidente è nominato dall’assemblea tra i soci fondatori» (Davide, il solo rimasto) e «quando l’amministrazione è affidata ad un singolo amministratore», come in questo caso, «il presidente è anche unico amministratore e presidente dell’ente». Ancora e sempre Davide. Che quindi delibera i rendiconti predisposti dal tesoriere e provvede, in questa ultima veste, alla gestione economico-finanziaria ordinaria. In pratica Casaleggio jr nomina, autorizza e vigila su se stesso. Forte di un doppio tesoro. I dati degli iscritti e l’obolo dei parlamentari «che da Rousseau ricevono regolare ricevuta», dice Sabatini: 300 euro a testa al mese, 90mila euro totali, versati «per lo svilupppo e il supporto delle piattaforme informatiche M5S».
Il bilancio
L’ultimo disponibile è del 2017, primo anno completo dell’associazione, pubblicato sul Blog delle Stelle a giugno. Chiuso in rosso nonostante i risparmi sul personale: solo due i dipendenti a tempo pieno dichiarato, 4 sono part-time, più un collaboratore e uno stagista. Il disavanzo di gestione ammonta a 135.062 euro, con un patrimonio netto negativo di 55.386 euro. Troppe le uscite, rispetto ad entrate non proprio esaltanti: a fronte di 357mila euro di ricavi (ottenuti soprattutto dalle microdonazioni, in media 53 euro, solo 40 superiori ai mille euro) i costi superano i 493mila. A pesare gli esborsi sulla sicurezza, «investiti per la tutela degli iscritti e gli accantonamenti precauzionali per le spese legali relative alle cause in corso», si legge nel rendiconto. Anche di questo si occupa l’associazione di Casaleggio. Sicuro del proprio tornaconto: un milione di incasso per ogni anno di legislatura. Tanto quanto guadagnerà Rousseau dal contributo di deputati e senatori.