Libero, 20 febbraio 2019
Il manuale per sacerdoti-genitori
Figli della Chiesa: in senso letterale, perché figli di sacerdoti, concepiti nell’ambito di una relazione clandestina. Vivere una condizione difficile, dolorosa, psicologicamente – e non solo – vulnerabile, affrontare mille problemi quotidiani e conoscere la verità magari solo da adulti, quando a troppe domande si è stati abituati a non avere risposte. Figli degli ordinati: vengono definiti così tecnicamente all’interno della Chiesa stessa. Un problema annoso, per non dire ultrasecolare. Tra i tanti, ne parlava con desolazione santa Caterina da Siena, quando parlava della rovina in cui versava la Chiesa ai suoi tempi. Ma che oggi rischia di diventare un ennesimo ciclone, soprattutto mediatico, pronto ad abbattersi su una istituzione già sottoposta a numerosi, pesanti scossoni. E sarà l’occasione per tornare all’attacco del celibato sacerdotale, uno dei pilastri dell’organizzazione ecclesiastica e della sua esistenza stessa. Perché si torna a parlare del problema? Siamo alla vigilia dell’importante summit in Vaticano sulla tutela e contro gli abusi sui minori, sulla grave questione della pedofilia in ambito ecclesiastico, summit che si svolgerà da domani fino a domenica prossima. E sono davvero molti i dossier che si accumulano sul tavolo allestito per il summit. la conferma Ora si conferma la notizia che nei documenti che saranno analizzati sono contemplate anche le linee guida, per affrontare, appunto, la questione delicata dei figli illegittimi dei preti. La presenza delle linee guida è stata segnalata dal New York Times, in particolare tutto risale al fatto che un arcivescovo Usa ne avrebbe parlato a Vincent Doyle, psicoterapeuta irlandese che, avendo vissuto in prima persona questa situazione, ha fondato un’associazione internazionale, la Coping International, riconosciuta dalla Chiesa stessa, proprio per tutelare i figli dei consacrati. Doyle avrebbe avuto la possibilità di visionare questo documento e ne ha poi parlato con il quotidiano newyorchese, il quale ha rilanciato la notizia a livello planetario. Secondo l’associazione Coping sono almeno 50.000 i bambini e ragazzi coinvolti, in 175 Paesi, compresa l’Italia, ma i numeri, ragionevolmente, dovrebbero essere molto più alti. Secondo alcune analisi risalenti al 2017, del resto, almeno il 30 per cento dei preti vivrebbe una relazione clandestina e tra loro, molti sarebbero diventati padri. E la Chiesa, finora, ha affrontato essenzialmente caso per caso, ma urge ormai un insieme di regole condivise. testo universale Questa sorta di codice comportamentale, queste regole da adottare per affrontare la situazione, esistono e saranno esaminate durante il summit, come ha confermato successivamente la sala stampa vaticana. Non più, quindi, regole ad hoc per le varie realtà locali, ma un testo universale, da adottare nei confronti di tutti i sacerdoti. Ma sul contenuto concreto di questo documento esiste il più stretto riserbo. Il diritto canonico non prevede sanzioni o prescrizioni per questo genere di fattispecie, ma si limita ad affermare gli obblighi di celibato e continenza per i sacerdoti. La disciplina della Chiesa, poi, insegna che il venir meno della condizione della continenza, e in sostanza del celibato, comporta ipso iure la dimissione dallo stato clericale. Ci si chiede, quindi, se le linee guida prevedono proprio l’obbligo di riduzione allo stato laicale per i preti che scoprono o ammettono di essere diventati padri, e se sia previsto un obbligo di assistenza nei confronti dei figli stessi. In realtà, come è stato sottolineato durante l’incontro in sala stampa vaticana, ai preti padri già chiede di lasciare il sacerdozio «per assumersi la responsabilità di genitore dedicandosi esclusivamente al figlio». Nel 2017 si parlava già di queste linee guida, come aveva fatto la Conferenza episcopale irlandese. In quell’anno il quotidiano Boston Globe aveva pubblicato un’inchiesta sul tema, firmata dal giornalista Michael Reeves, che sedici anni aveva sollevato la bufera sui preti pedofili a Boston, il celeberrimo “caso Spotlight”, divenuto, poi anche un film che nel 2016 ha fatto incetta di premi Oscar.