Corriere della Sera, 19 febbraio 2019
Non solo mogli, le signore del tech
Jeff Bezos svetta al primo posto, con 133 miliardi di dollari. Segue Bill Gates, che di miliardi ne ha accumulati 97. Cifre astronomiche, quelle che ingrossano le tasche dei «paperoni» della tecnologia. Ma non è più solo cosa per uomini. Nonostante siano cifre ancora molto lontane dai patrimoni accumulati dagli uomini che oggi governano questo settore, compaiono nella classifica di Forbes anche alcune ambasciatrici della tecnologia al femminile. Tra chi deve la sua ricchezza al marito e chi ha costruito da sola la propria carriera, le signore in questione hanno età diverse. Ma solo due i Paesi di provenienza: Stati Uniti e Cina.
Scorrendo la lista, che si aggiorna in tempo reale, in base alle oscillazioni delle Borse, il primo nome è quello di Laurene Powell Jobs. Grazie alle azioni ereditate da Steve – e in particolare da Apple – Laurene accumula ricchezze. Ma non solo, attraverso la sua fondazione Emerson Collective, che si concentra sull’istruzione e sull’ambiente Ms Jobs si è messa al servizio del prossimo. Il patrimonio della vedova del guru di Cupertino ieri si aggirava attorno ai 18,5 miliardi di dollari. La donna tech più ricca, guardando alla classifica di tutti i paperoni del mondo, conquista però solo il 53esimo posto. Nonostante stacchi di molto la manager che la insegue in seconda posizione: Dagmar Dolby, che a 77 anni può vantare poco più di 4 miliardi in tasca, provenienti in larga parte dalle sue azioni nella Dolby Laboratories che produce impianti acustici e tecnologie per la riduzione del rumore. Anche lei ereditiera della società del marito, che ha fondato nel 1965, ha circa la stessa età di Judy Faulkner – i miliardi del suo patrimonio sono 3,6 – prima artefice della sua ricchezza. Nel 1979 ha fondato Epic System, una società che produce software per la memorizzazione elettronica dei dati sanitari.
Capello quasi argento e tanta esperienza anche per Meg Whitman, i cui 3,3 miliardi sono il prodotto di una lunga carriera nel settore hi-tech, che va dalla poltrona più alta di Hewlett Packard (che conosciamo meglio come Hp) a quella di Ceo di eBay.
Se le più ricche sono donne a stelle e strisce, a metà classifica arriva il contributo dall’Oriente. Ed ecco che compaiono nomi poco noti ma pesanti come quello di Zhou Qunfei: i suoi quasi 3,1 miliardi di patrimonio sono merito del suo lavoro. Nata in un povero paese di provincia, è arrivata in cima fino a fondare la Lens Technology, che oggi fornisce schermi e lenti ottiche ai principali produttori di smartphone.
Cinese è anche Ma Dongmin – anche chiamata Melissa Ma – e la sua ricchezza è principalmente dovuta al suo matrimonio con Robin Li, il fondatore del motore di ricerca locale Baidu. Mentre Lam Wai Ying è la coproprietaria della Biel Crystal Manufactory, che crea i vetri touch per gli iPhone. L’americana (di origini asiatiche) Thai Lee, con la sua Shi International propone soluzioni informatiche, e dopo la componentistica per smartphone di altre imprenditrici cinesi, si arriva di nuovo a un nome noto e legato a due colossi, tanto potenti quanto recentemente criticati.
Sheryl Sandberg, numero due di Facebook ed ex Google, con un patrimonio di oltre 1,6 miliardi, si tiene stretta il suo posto tra le donne tech più ricche del mondo. Appena fuori della top ten.