ItaliaOggi, 19 febbraio 2019
Bielorussia, nell’ex repubblica Urss si parla più russo che la lingua madre
Una nazione che parla la lingua dello Stato vicino. In tutte le ex repubbliche sovietiche il russo continua ad avere un ruolo importante nella vita quotidiana delle persone, ma mai quanto in Bielorussia, dove secondo una recente indagine solo il 3% dei bielorussi parla abitualmente solo il bielorusso. Infatti il 48% della popolazione la considera la propria madrelingua, mentre il 43% indica il russo. Un valore in crescita: nel 2008, durante un’analoga rilevazione, il 35% dei bielorussi aveva indicato il russo come lingua nativa, mentre poco più della metà della popolazione (51%) aveva scelto la lingua bielorussa. Un idioma considerato nativo più dalla popolazione rurale (66% degli intervistati) rispetto agli abitanti delle città (47,5%).D’altronde il presidente della Repubblica, Aleksandr Lukashenko, nei suoi discorsi ufficiali e alla tv parla regolarmente in russo, i cartelli stradali della Repubblica sono scritti sia in russo che bielorusso, la maggior parte dei documenti è in russo. E in molte scuole l’insegnamento del bielorusso è assimilabile a quello di una seconda lingua, generalmente matematica e le altre materie sono insegnate in russo.
Insomma, valicando il confine con la Federazione di Vladimir Putin e mettendo piede in terra bielorussa non si nota una gran differenza.
Se in altre repubbliche ex sovietiche dopo il crollo dell’Urss c’è stata un’ondata di nazionalismo che ha portato a una rivalutazione delle varie lingue nazionali (in primis in quelle baltiche, ma anche nel Kazakhstan), in Bielorussia questo non è successo.
Il 43,5% degli intervistati ammette di esprimersi in Trasianka, una specie di dialetto che mixa russo e bielorusso; il 49% dei bielorussi usa allo stesso modo sia il russo che questo slang e solo il 3,5% parla solamente il bielorusso.
Una situazione che è diventata normalità, infatti solo la metà degli intervistati ritiene che sia necessario aumentare l’uso del bielorusso in Bielorussia, quasi i due terzi (64%) hanno invece indicato la necessità di una maggiore integrazione nel sistema educativo e scientifico.