Gazzetta dello Sport, 19 febbraio 2019
Addio al marinaio del bacio a Times Square • Gli amori di Raffaella Carrà, tra Japino e Sinatra • Funzionano le cellule staminali anti-rigetto
Addio al marinaio del bacio a Times SquareGeorge Mendonsa (1923-2019). Il marinaio immortalato mentre bacia l’infermiera Greta Zimmer Friedman (1925-2016) a Times Square, New York, alle 17:51 del 14 agosto 1945, il giorno della resa del Giappone e della fine della Seconda guerra mondiale. La fotografia fu scattata da Alfred Eisenstaedt e pubblicata la settimana successiva su Life. I due stavano festeggiando la fine della guerra ma non si conoscevano, e ricostruzioni successive mostrarono come fu Mendonsa a dare un bacio a Friedman, non ricambiato. Per anni nessuno seppe chi erano i protagonisti della foto. I nomi di Friedman e Mendosa vennero fuori solo nel 1980, quando Life chiese ai due soggetti della foto di identificarsi pubblicamente.
Carrà tra Japino e Sinatra
Ai tempi in cui si mise con Sergio Japino scrissero cose tremende, la più gentile delle quali era «La bella incontra la bestia».
«Furono cattivi, anzi mostruosi ed è inutile dire una balla: Sergio ne soffrì. Che posso dirle? Con lui ho tantissime cose in comune, anche impensabili, e Sergio, tra l’altro, non è mai stato brutto. Qualcuno ha mai fatto un appunto così su Costanzo e Maria De Filippi? Non credo».
Quante volte si è innamorata davvero?
«Lei mi è anche simpatico, ma questi sono cavolacci miei».
Cosa è importante nell’amore?
«Ridere e non farsi troppe domande. Può essere una storia di tre giorni o lunga tutta la vita, ma se inizi a chiederti quanto durerà è già finita».
Con Frank Sinatra non iniziò neanche.
«Ma senza attrazione fisica, cosa vuole che inizi? Lui era molto simpatico, ma non mi piaceva. Non volevo essere la pupa del gangster. Mi aveva fatto arrivare una collana. “Devi prenderla”, mi dissero perentori quelli del film. La misi dentro un posacenere. Me la rubarono. Ecco che fine fece la collana di Frank Sinatra» [Raffaella Carrà a Malcom Pagani, Vanity].
Funzionano le cellule staminali anti-rigetto
Sono state ottenute le prime cellule staminali anti-rigetto. Grazie alla tecnica Crispr che taglia e incolla il Dna, le cellule sono invisibili al sistema immunitario, che in questo modo non le rifiuta. In futuro potrebbero essere usate per terapie di medicina rigenerativa universali, adatte cioè a qualsiasi paziente. A indicarlo sono i primi test di laboratorio fatti con cellule umane e di topo nell’Università della California a San Francisco, pubblicati su Nature Biotechnology.