La Stampa, 18 febbraio 2019
Hi-tech alla fiera della nuova Chiesa
Tradizione e hi-tech vanno a braccetto, fra vecchi rosari e confessionali avveniristici, icone sacre e cerimonie in streaming, abiti talari di alta sartoria e sistemi computerizzati per far suonare le campane. La Chiesa del terzo millennio si rispecchia nella fiera dei prodotti religiosi «Devotio» in corso in questi giorni a Bologna, con 176 espositori e un pubblico di preti, suore, negozianti e designer di interni. Perché qui c’è tutto quel che serve per dire messa o arredare un altare, fino alle immaginette, ai crocifissi e ai kit portatili per cerimonie da campo.
Ma siccome siamo nel 2019, e il futuro irrompe anche nel sacro, ci sono aziende del settore che puntano tutto sull’innovazione, e così ecco il confessionale di ultima generazione: insonorizzato, climatizzato secondo le stagioni, non appena il fedele si inginocchia fa accendere una lucina rossa all’esterno. «Le imbottiture sono realizzate con lo stesso tessuto dei giubbotti da moto, per durare almeno 15 anni», spiega Gianluca Reginato della Genuflex, che ha anche fornito i banchi del santuario di San Giovanni Rotondo disegnati da Renzo Piano. Il prezzo non è esattamente popolare, 4mila euro che possono arrivare a 5500 con tutti gli optional.
È un settore di nicchia, questo dei prodotti religiosi, che comincia a soffrire la crisi degli ultimi anni «provocata dal calo delle offerte dei fedeli, oltre che dalla concorrenza di spagnoli e polacchi».
I paramenti sacri di pregio, invece, hanno risentito del nuovo corso improntato alla frugalità voluto da Papa Francesco. Ne sa qualcosa Luigi Pietrobon, titolare della ditta omonima e fornitore del Vaticano: «In passato abbiamo realizzato la casula per Papa Wojtyla e il piviale, un manto, per Benedetto XVI, poi siamo stati disertati da questo Papa per l’austerità del suo pontificato. Avevamo riportato la casula a uno stile medievale, nel rispetto delle tradizioni». Un aneddoto fa capire bene il segno di Papa Francesco: «Un sacerdote che doveva essere ordinato vescovo, quando ha visto la casula che avevamo preparato, ha esclamato: È troppo ricca”. Ricamata a mano, costava 2400 euro, quando l’ha indossata era vestito meglio del Papa stesso».
I tessuti
Ci sono abiti talari ricamati in oro che adesso rischiano di passare di moda, tanto che i sarti ripiegano su tessuti serigrafati. A pochi metri, un’azienda bolognese espone le sue valigette per celebrazioni: sono 24 ore che contengono tutto il necessaire per la messa, l’ideale per missionari o sacerdoti diretti in zone colpite da cataclismi: crocifisso, calice per acqua e vino, contenitore per le ostie, candele e aspersorio per le benedizioni, il tutto a 6-700 euro che calano 300 per la versione ridotta che sta in un borsello. «Servono per le messe da campo, all’aperto, negli ospedali o nei luoghi terremotati», dice Giovanni Sisera. Ancora in fatto di eucarestia, se non suonasse irriverente, si potrebbe parlare di ostie Dop per i prodotti di un’azienda calabrese, l’ostificio Domus, leader nazionale nella produzione di particole: «La farina viene sottoposta a un controllo speciale e le nostre macchine ad alta precisione producono ostie identiche», spiega Pietro Raco.
La tecnologia torna così ad affacciarsi fra stand di crocifissi e ostensori, quando Paolo Trebino illustra i sistemi prodotti dalla sua azienda che fanno funzionare le campane di San Pietro: «L’impianto di automazione e la centralina computerizzata che permette di programmare il suono delle campane per l’anno liturgico lo abbiamo realizzato noi».
I colori
Anche la messa a distanza è una realtà, grazie ai dispositivi per la trasmissione delle funzioni religiose in streaming: «Risponde a un’esigenza sociale perché si rivolge a persone che, per motivi di salute o età, non possono recarsi in chiesa - dice Roberto Rubini, della ditta Ekklesia -. Basta una connessione wi-fi e un sito che riceva le immagini riprese dalla telecamera, ci sono decine di parrocchie già attrezzate in Italia».
Infine la moda rivolta ai preti, con camicie slim per i sacerdoti giovani dai gusti più moderni: «Possono essere fatte in sei colori autorizzati, nero, grigio, antracite, blu, celeste e bianco - spiega Paolo Tangari, titolare di Ecclesia, “il made in Italy che veste la Chiesa” -. La novità di quest’anno è la versione no-stiro, perché i preti non hanno più la perpetua che li cura e non hanno il tempo di ripassare il clergy».