Il Messaggero, 18 febbraio 2019
Il manager da assumere scelto dal robot
L’utilizzo dell’intelligenza artificiale nel processo di recruiting è ormai una consuetudine tra le aziende multinazionali globali e molte startup tecnologiche offrono servizi di automazione per efficientare il processo di selezione del personale. Algoritmi machine learning e deep learning consentono, infatti, l’analisi semantica per lo screening dei curricula, l’effettuazione di video interviste con monitoraggio del tono della voce e delle espressioni del viso, la comprensione della personalità del candidato grazie al monitoraggio dei contenuti pubblicati nei social network professionali.
Perché trovare il giusto talento da assumere è un fattore critico nel determinare il successo di ogni impresa e i processi di lettura e analisi di migliaia di curriculum con la successiva selezione e intervista di decine di candidati, sono spesso inefficaci e lenti.
Allo stesso tempo, il rischio di assumere la persona sbagliata è alto perché i professionisti delle risorse umane hanno forti pressioni per ridurre i tempi di assunzione e riempire rapidamente una posizione. Tra le aziende che lavorano nella digitalizzazione e automazione del processo di selezione si distingue l’americana Hirevue, fondata nel 2004 a Salt Lake City. La società collabora oggi con oltre 700 clienti in tutto il mondo, tra cui marchi leader come Vodafone, Intel, Tiffany & Co., Honeywell, Qantas, Unilever. Ha sviluppato una metodologia assistita dall’Intelligenza Artificiale che attraverso game contest e interviste online riesce ad individuare i migliori candidati che vengono successivamente passati alle risorse umane per i colloqui finali. Il sistema digitale di selezione di Hirevue si articola in tre fasi principali.
I GIOCHI
Nella prima, il candidato dopo aver caricato il suo curriculum di Linkedin su una applicazione sviluppata specificamente per la selezione, viene ingaggiato in una sequenza di giochi online. Il processo è interamente eseguito da smartphone e alla fine dei test attitudinali e matematici il candidato sa immediatamente se ha passato il turno.
Nella seconda fase, il professionista viene invitato ad una intervista digitale, in cui un chatbot, un robot conversazionale, gli pone delle domande su temi professionali inerenti la sua job position. Il candidato registra l’intervista ed effettua il download della stessa sull’applicazione.
L’intelligenza artificiale utilizza l’analisi psicometrica per valutare non solo la qualità delle risposte dei candidati, ma anche il tono della voce, il ritmo del discorso, le espressioni facciali e il linguaggio del corpo. L’applicazione svolge in pratica lo stesso lavoro umano del selezionatore umano, alla ricerca del professionista con le giuste caratteristiche professionali e comportamentali per quella posizione.
IL CONTRATTO
L’algoritmo proprietario di Hirevue viene modellato sulle richieste specifiche del cliente, che definisce ed individua i tratti salienti che il professionista da selezionare deve avere. Nella fase finale, il candidato, viene invitato in un centro polifunzionale vicino alla sua area di residenza per una giornata intera di full immersion con l’azienda, dove effettua interviste telefoniche con i professionisti delle risorse umane, approfondisce informazioni sul lavoro da svolgere, interagisce virtualmente con gli altri candidati.
I professionisti ritenuti idonei ricevono il contratto on-line e lo possono firmare elettronicamente con Docusign. L’automazione e la digitalizzazione dell’intero processo di recruiting consente di fatto una riduzione significativa dei tempi di assunsione, che si riducono da una media di 4 mesi a 2-3 settimane al massimo. DeepSense, azienda con sede a San Francisco e New Delhi, utilizza invece l’intelligenza artificiale per valutare le personalità dei candidati in base ai contenuti prodotti negli account sui social media, non limitandosi ad un mero controllo delle foto e dei commenti inappropriati pubblicati.
IL PUNTEGGIO
La psicolinguistica ha quindi un ruolo chiave per comprendere la personalità di un professionista e il profilo del candidato viene valutato assegnando un punteggio alle variabili del classico modello OCEAN, utilizzato da oltre 20 anni nella scienza comportamentale: Openness (apertura /chiusura mentale), Consciousness (coscienziosità/negligenza), Extroversion (estroversione/introversione), Agreeableness (gradevolezza/sgradevolezza), Neuroticism (nevrosi /stabilità emozionale).
L’intelligenza artificiale confronta il risultato con le caratteristiche del candidato ideale definite dall’azienda cliente, scremando in questo modo le centinaia di curricula ricevuti per le singole posizioni aperte. Certo viene da chiederci come reagiremmo se il nostro prossimo datore di lavoro utilizzasse l’intelligenza artificiale per determinare se assumerci o scartare la nostra candidatura senza nemmeno incontrarci, sulla base di un giudizio insindacabile basato su un algoritmo sconosciuto. Sempre meglio però di un selezionatore distratto che dedica al massimo 30 secondi per leggere il nostro cv.