ItaliaOggi, 16 febbraio 2019
Diritto & Rovescio
Nel processo di appello per la strage ferroviaria di Viareggio del 2009, il pubblico ministero di Lucca ha chiesto che Mario Moretti, che all’epoca dell’incidente era amministratore delegato delle Ferrovie di Stato, venga condannato a 15 anni e sei mesi di reclusione. La tragedia provocò la morte di 32 persone e ne ridusse in fin di vita almeno altrettante. Ma condannare un a.d. per questa strage senza averne prima accertato le responsabilità personali è fuori luogo. Sarebbe come, se un tempo, per gravi reati commessi da un pretore di montagna fosse stato condannato il presidente della Cassazione. Il convoglio è deragliato per quale manovra? (La colpa è del manovratore). Oppure le carrozze erano logorate? (La colpa è di chi doveva controllarle e non lo ha fatto). Oppure ancora il materiale infiammabile non doveva essere trasportato per treno? (La colpa è di chi ha dato l’autorizzazione a un trasporto che non si doveva fare). In tutto questo Moretti non c’entra per niente. E allora perché chiederne la condanna dopo averlo tormentato già da dieci anni?