il Fatto Quotidiano, 16 febbraio 2019
Travaglio intervista Virginia Raffaele
Pronto, Virginia Raffaele?
Sì, un attimo soltanto ché c’ho una vergine sul fuoco e non vorrei si scuocesse.
Ecco, proprio di questo volevo parlarle. Con lo sketch di Sanremo in cui nomina per ben cinque volte Satana fingendosi un grammofono inceppato sulla canzone Mamma di Beniamino Gigli, lei ha gettato la maschera: come minimo è una satanista, per non dire una strega. Lo dicono fior di esorcisti e ne parlano vari esperti del ramo. Tipo gli onorevoli Salvini, Gasparri, Fioroni, Pillon.
In effetti, ora che ci penso, da piccola riuscivo a girare i piedi all’incontrario. Tant’è che ho ancora le rotule allentate. Avrei pure delle foto, ma non gliele do, sennò sono spacciata.
Sarebbe importante averle: è la prova documentale, la pistola fumante della sua possessione fin da tempi non sospetti.
Impossibile. Le ha mia madre in soffitta. E quella è veramente l’inferno, quarto girone: quello dei disordinati. Però se dovessi ritrovarle all’improvviso qui in casa da me, vorrebbe dire che c’entra Satana. Nel qual caso, sarà mia cura mandargliele.
Vedendola coi piedi girati, i suoi genitori hanno mai pensato di portarla dall’esorcista?
Non proprio, che io ricordi. Però mi mandarono a scuola dalle suore. Come vede, sono in pieno conflitto d’interessi: ex allieva delle monache e satanista.
Non faccia la furba. L’Associazione Nazionale Esorcisti l’ha sgamata: lei ha “trasformato il palco di Sanremo in un inquietante pulpito da cui per ben cinque volte si invoca il nome di Satana e si ridicolizzano le persone che soffrono a causa del demonio”.
A me dispiace sempre, quando qualcuno soffre, o si offende, o ci rimane male. Ma sono troppo ironica per lasciarmi trascinare in una polemica così tetra e lugubre, oltreché surreale. Io preferisco farmi una risata, ovviamente satanica, e raccogliere tutti i fotomontaggi che girano in Rete sull’argomento: il mio preferito è quello con me a testa in giù accanto a Maria De Filippi, con un esorcista che scende le scale all’incontrario e la scritta: ‘Tutte coincidenze? Io non credo’.
Lei ha usato l’incolpevole Beniamino Gigli e la sua innocente Mamma per evocare Belzebù.
E questo rende tutto molto rock and roll. Non solo era rock il mio sketch, che ironizzava con un back musking, un’illusione uditiva, sugli esperimenti anni 70 di chi ascoltava certi brani a rovescio, dai Beatles ai Rolling Stones, dagli Eagles agli AC/DC, dai Pink Floyd ai Led Zeppelin, ad Alice Cooper a Ozzy Osbourne, e vi trovava tracce di invocazioni demoniache e incitamenti a strani riti. E io ho usato il cantante meno rock di tutti, Beniamino Gigli, che invece si è rivelato a mia insaputa super-rock. Ma ora diventa rock anche questa polemica surreale, che è un bel reperto del costume della nostra epoca. Fra qualche anno, spero, diremo: guarda tu che succedeva nel 2019.
Illusione uditiva un corno (senza offesa). È intervenuto anche il vicepremier Salvini. Dice che “condivide le preoccupazioni” degli esorcisti e che “non bisogna sottovalutare il problema”. Dica la verità: lei mi sottovaluta il problema.
Chi, io? Ma nemmeno per sogno. Solo che ho un problema: non ho proprio capito qual è il problema.
Lo vede che sottovaluta? L’ex ministro del Pd Beppe Fioroni e il senatore forzista Maurizio Gasparri si attendono da lei una risposta chiarificatrice.
Ma volentieri. Solo che non ho capito la domanda. Se me ne fanno una normale, magari la capisco e rispondo. Lei l’ha capita?
Io no, ma non faccio testo: sono posseduto da un bel pezzo. E comunque Gasparri dice che è lei che “deve chiarire il mistero”.
Ma i misteri non si svelano, sennò che misteri sarebbero.
Dica la verità: quando si riunisce con le sue colleghe streghe per i sabba?
Solo di sabbato.
Avrà in casa il kit delle messe nere, spero. Tipo le candele nere.
No, solo rosa: sarà grave?
Il senatore leghista Pillon trova grave che lei invochi Satana “davanti a tanti minori”.
A me, più che i minorenni, preoccupano certi maggiorenni in circolazione. Roba che i minori non dovrebbero più uscire di casa. Ma poi che vogliamo fare: vietare ai minori pure L’esorciccio? O Il marchese del Grillo per l’esorcismo a Gasperino il carbonaro? O Amici miei-atto III con il Sassaroli-Adolfo Celi travestito da diavolaccio che spaventa a morte il Righi-Bernard Blier? Io mi ammazzo dal ridere.
Tutta qui, la sua autodifesa?
Massì, perché non capisco l’accusa! Oddio, potrei anche dire che sul palco dell’Ariston non ero io. In fondo l’ho sempre detto che sono posseduta dai miei personaggi. Forse ero la Vanoni, anzi la Fracci, o magari Belén, o meglio la Bruzzone.
La criminologa dark.
La Bruzzone sarebbe un ottimo alibi. Ora che ci penso, nei miei vecchi sketch, la mia Bruzzone parlava spesso di diavoli. La fiammiferaia di Satana, la maestra di Belzebù, la lavandaia del Demonio che smacchia male le camicie… Dev’essere partito tutto di lì.
Sul palco dell’Ariston lei era posseduta.
E che ne so. C’è stato quel momento di meta-televisione in cui c’eravamo insieme io, la vera Vanoni e la vera Patty Pravo. Forse lo spiritello ne ha approfittato per entrarmi dentro in quell’istante lì. Sa come sono fatti: sono tremendi.
Ah, non lo dica a me.
È inutile che insista, tanto neanche lei riuscirà a farmi perdere l’ironia e il buonumore. Io spero di essere posseduta – e su questo participio non accetto battute – soltanto dal sacro fuoco del mio lavoro. Ora vado, perché ho Belze a cena. Quello mangia tutto alla griglia, sennò poi chi lo sente… Tremate, tremate, le streghe son tornate!