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 2019  febbraio 16 Sabato calendario

Com’è la nuova Ferrari

MARANELLO (MODENA) Il rosso Ferrari è diventato rosso opaco, ma la passione è quella, brillante, di sempre. Che ieri ha brillato, nonostante i motori spenti, a bordo della pista di Fiorano, dove la rinominata Scuderia Ferrari Mission Winnow – “missione vincere ora”: un nome, un destino – ha alzato il velo sulla SF90: la 65esima monoposto costruita da Ferrari per il campionato del mondo di Formula 1. 
Nel nome l’omaggio ai 90 anni del mito, fondato da Enzo Ferrari nel 1929. Sulle gomme, tanta pressione. «Questa monoposto – spiega il presidente John Elkann – gareggerà in una stagione importante: la stagione che segna l’inizio di un nuovo decennio, quello che ci porterà verso i nostri 100 anni». 
La voglia di guardare avanti con ottimismo è condivisa da tutti. «Non è stato facile ingoiare i rospi per qualche delusione, ma la stagione 2018 è stata la migliore degli ultimi 10 anni», ricorda a ragione Louis Camilleri, il nuovo amministratore delegato della Ferrari che deve fare i conti con le tante eredità di Sergio Marchionne. 
In una sala stampa rinnovata per l’occasione – alle pareti le più belle foto dei primi 90 anni del Cavallino – riecheggia l’hashtag scelto per comunicare la nuova stagione del cavallino: #essereFerrari. Ognuno lo declina a suo modo. La sintesi spetta a Mattia Binotto, il direttore tecnico diventato ora anche team principal: «Essere Ferrari è qualcosa di unico: è passione, determinazione, appartenenza, integrità, coraggio, competizione, eccellenza. Ma soprattutto è fare squadra». 
Fare (gioco) di squadra 
Binotto non archivia senza commentarla la stagione 2018. Ricorda il sorpasso di Vettel in Austria, con due ruote sull’erba: «Bravo Seb, ci aspettiamo molte manovre così». E il pit stop sotto i 2 secondi fatto in Brasile: «Un record assoluto, complimenti ai meccanici». Ma è quando gli si chiede come intende gestire le due punte – Sebastian Vettel e il giovane Charles Lecrerc – che fornisce la risposta rivelatrice: «Il sogno di ogni team principal è avere piloti come loro. Quest’anno le preferenze sono su Seb: è la guida su cui puntiamo, con l’obiettivo di far vincere il titolo alla Ferrari. Detto questo, spero di avere due piloti che lottano fino all’ultima curva già in Australia».
La Ferrari sembra aver deciso di non ripetere l’errore del 2018, definendo da subito la gerarchia tra i piloti come ha fatto – e rifarà – Mercedes. Per non dare nessun vantaggio agli avversari. Seb conferma: «Il mio obiettivo è il titolo: voglio vincerlo». Si allinea anche l’ultimo arrivato, il talentuoso Charles Lecrerc: «Sono qui per fare gioco di squadra». Anche a costo di rinunciare al titolo? «Sì – risponde – sono pronto a fare questo». In Ferrari è iniziata una nuova epoca.
Una macchina innovativa 
Sul fronte tecnico, la squadra ostenta sicurezza. «Sono soddisfatto – dice Binotto – perché non c’è un elemento critico. Siamo tutti convinti di quello che abbiamo fatto». Il colore rosso opaco? «Una scelta tecnica: togliendo lo strato lucido della vernice abbiamo risparmiato diverse centinaia di grammi». Ma la vera rivoluzione non è nel colore, ma sotto il cofano: «Non si vedono, ma lì ci sono molte innovazioni che hanno permesso di rastremare il retrotreno e le pance dei radiatori. Segno che sulla parte del raffreddamento motore è stato fatto molto lavoro». 
Colpiscono infatti le prese d’aria motore di dimensioni ridotte. Caratteristiche definitive della SF90 – altre parti della monoposto presentata ieri sono invece più simili a quelle della scorsa stagione, per nascondere fino all’ultimo dettagli alla concorrenza – che non potranno essere modificate e che indirettamente confermano – insieme alla serenità dei tecnici – che la nuova power unit è in grado di lavorare efficacemente con meno aria in ingresso, senza mettere a rischio l’affidabilità. E a tutto vantaggio dell’aerodinamica. Una evoluzione frutto di grande lavoro ma anche di investimenti in ricerca e sviluppo che, per i top team, si stimano intorno ai 400 milioni di euro a stagione. 
Il nuovo regolamento 
«La SF90 è l’evoluzione della monoposto dell’anno scorso», spiega ancora Binotto. «Credo che dagli errori e dal mancato sviluppo del 2018 abbiamo imparato qualcosa». Oltre al retrotreno ristretto, si nota un nuovo frontale, modificato per adeguarsi ai cambi regolamentari. L’ala anteriore è infatti più larga e alta. I deviatori di flusso sulle fiancate sono stati ridotti in altezza, mentre le prese d’aria dei freni sono state semplificate. Il peso complessivo della vettura sale a 743 chilogrammi. La nuova Monoposto scenderà in pista domenica, in Spagna, per i primi test. Il campionato partirà invece con il Gp d’Austrialia il 17 marzo.
Obiettivo mondiale 
La SF90 è la sesta vettura della generazione ibrida, rivoluzione avviata dalla Formula 1 nel 2014. Sarà anche la Ferrari che riporterà il titolo a Maranello? Non lo dice, ma ci spera il presidente John Elkann, quando spiega che «#essereFerrari vuol dire ancora oggi osare, cercare soluzioni originali, spingersi oltre». Mentre Elkann guarda la monoposto rosso opaco, i suoi occhi brillano, come la passione per il Cavallino di milioni di tifosi in tutto il mondo. «Sono felice di essere qui con tutti voi per la SF90: non è solo una macchina bellissima, ma anche competitiva». Missione vincere ora, per la Scuderia Ferrari Mission Winnow. Un nome, un destino. La sfida alla Mercedes è lanciata.