La Stampa, 16 febbraio 2019
Diecimila bimbi uccisi o mutilati in zone di guerra in un anno
Oltre 10 mila bambini sono rimasti uccisi o mutilati nel 2017 dai bombardamenti nelle aree di guerra e 100 mila neonati muoiono ogni anno per cause dirette e indirette delle guerre, come malattie e malnutrizione. Sono alcuni dei dati presentati da Save the Children nel suo nuovo rapporto «Stop alla guerra sui bambini» che denuncia, tra l’altro, l’utilizzo da parte della coalizione a guida saudita di bombe prodotte anche in Italia contro obiettivi civili in Yemen.
Sono invece 420 milioni – uno su cinque nel mondo – i bambini che vivono in zone di conflitto, oltre 30 milioni in più del 2016 e il doppio dalla fine della Guerra Fredda, e 4,5 milioni hanno rischiato di morire per fame nei dieci Paesi coinvolti nelle guerre più sanguinose: Afghanistan, Yemen, Sud Sudan, Repubblica Centrafricana, Repubblica democratica del Congo, Siria, Iraq, Mali, Nigeria e Somalia.In termini assoluti l’Asia è il luogo dove vivono più bambini in aree di conflitto, circa 195 milioni. In percentuale, invece, il primato spetta al Medio Oriente con il 40 per cento dei bambini che vivono in zone di guerra, pari a 35 milioni.