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 2019  febbraio 16 Sabato calendario

L’esperimento dei liceali senza social per 5 giorni

Prima di prendere il cellulare e riporlo nella scatola, ha fatto l’ultimo giro su Instagram. Sopra uno sfondo nero ha scritto: «Non mi troverete per cinque giorni. Se avete bisogno, ecco il mio numero». Poi, quella foto, l’ha pubblicata nelle stories, quello spazio in cui i contenuti si autodistruggono dopo una giornata. È a quel punto che per Carola Valsecchi, studentessa 16enne di Pavia, è cominciato l’esperimento: cinque giorni senza social. 
La chiamata di Maurizio Fea, psichiatra, e della professoressa Lucia Dorigo, era rivolta a 503 studenti del liceo Cairoli di Pavia. Ci hanno provato in 43, ce l’hanno fatta in 8. «È stato come premere un bottone e ritrovarsi indietro nel tempo», spiega Carola, che prima di spegnere il cellulare ha cancellato le app di Facebook, Instagram e WhatsApp, «le uniche – racconta – che avrebbero potuto rovinare il mio esperimento. Il primo giorno è filato liscio, è stato dal secondo che tutto è cominciato a sembrarmi così difficile… dal non poter inviare i soliti messaggi ai miei compagni, per chiedere: “Raga, ma qualcuno di voi ha capito gli esercizi di matematica?” a quella tentazione di controllare i “mi piace” su Instagram». 
Una prima riflessione? «È stato incredibile notare come, quando telefonavo ai miei amici, mi sentissi quasi in imbarazzo, come se fossi certa che l’unico modo per non disturbare fosse usare quell’app di cui mi avevano privato». I lati positivi della prova? «Ho scoperto quanto tempo i social rubano allo studio, o anche solo alle nostre passioni. Senza il cellulare, a studiare, ho impiegato la metà. Ho aiutato i miei genitori e visto persone con cui prima chattavo». 
I momenti di maggiore difficoltà? «A cena con i miei amici: a un certo punto tutti hanno tirato fuori il cellulare per controllare i social, io sono rimasta a guardarli. Ho cercato la complicità dei miei genitori, loro mi hanno fatto notare che quella, per loro, era la normalità». E poi la sera. «È stata dura prima di andare a letto. Niente foto da commentare, fissavo il soffitto e mi sembrava di essere così sola...». 
Quando Carola ha parlato agli amici del suo esperimento, hanno strabuzzato gli occhi. «Si sono chiesti il motivo di questa scelta. Per noi giovani i social sono indispensabili». E invece? «E invece, eccomi qua, sono sana come un pesce. E ho pure letto un libro». Di carta.