Corriere della Sera, 16 febbraio 2019
La gaffe razzista dell’ex direttrice di Vogue Brasile
RIO DE JANEIRO Nel giorno del suo insediamento alla presidenza, Jair Bolsonaro aveva promesso di liberare il Brasile «dal socialismo e dal politicamente corretto». Missione fallita, per adesso, come mostra il caso di una nota giornalista costretta alle dimissioni a causa di una festa a tema un po’ sopra le righe. Donata Meirelles, direttrice di Vogue Brasil, e il marito Nizan Guanaes, un pubblicitario molto noto, non potevano immaginare che l’idea di celebrare il 50esimo compleanno di lei, a Salvador de Bahia, con un evento ispirato al Brasile ai tempi della colonia, finisse in un disastro mediatico. Tutta colpa, come sempre, dei social network e dell’esibizionismo di lei, che ha pensato (male) di postare una proprio foto seduta su una poltrona di vimini – lei bianca, bionda e agghindata dalla testa ai piedi – nel mezzo di quattro ragazze nere nei tipici vestiti bianchi di Bahia.
Risultato: una pioggia di accuse di razzismo, di voler ricreare la rappresentazione degli anni della schiavitù (il Brasile è stato l’ultimo Paese del mondo ad abolirla, a fine Ottocento), o quanto meno di scarsa sensibilità. Furiosi anche gli adepti del candomblé, la religione afrobrasiliana, perché quel seggio di vimini nel rituale è destinato alla mãe de santo, la sacerdotessa, e non può essere dissacrato in una stupida festa in costume. Salvador è la città brasiliana simbolo del passato schiavista, a causa dell’alto numero di abitanti di origine africana, e tutta la sua cultura ne è impregnata. Quando la Meirelles ha negato l’iconografia razzista della festa, spiegando che si trattava piuttosto di riferimenti al candomblé, ha soltanto peggiorato la situazione.
Le offese
Per le foto scattate al compleanno la nota giornalista è stata accusata di razzismo
Dopo un paio di giorni la Condé Nast ha dovuto rispondere alla crisi chiedendo alla Meirelles di presentare le dimissioni dalla direzione di Vogue Brasil, altrimenti sarebbe stata licenziata. E ha lanciato sulle sue riviste brasiliane una campagna contro il razzismo. A poco sono servite le scuse della giornalista e il tentativo di spiegare in altro modo la rappresentazione. Ancora più strano è il contesto. La coppia Guanaes-Meirelles è nota per il suo impegno sociale e organizza spesso eventi di raccolta fondi per iniziative di beneficenza. L’agenzia di pubblicità di Guanaes si chiama Africa. E alla festa, tra gli invitati, c’erano Caetano Veloso e la figlia di Gilberto Gil, quanto di più lontano si possa immaginare in Brasile da uno scenario schiavista e neocolonialista. Insomma, la peggior gaffe possibile, e proprio ad opera di due professionisti della comunicazione.
È che il razzismo in Brasile benché negato resta sempre un nervo scoperto. Le leggi sono molto dure e pronte ad essere applicate in ogni occasione, ma nei fatti il Paese resta frammentato dal punto di vista sociale, economico ed educativo esattamente in funzione delle sfumature della pelle, e un certo apartheid nei fatti esiste. Le eccezioni sono ancora molto rare. Una si sta celebrando proprio in questi giorni. Per la prima volta il Jornal Nacional, il tg della rete Globo di maggior audience in Brasile, avrà una conduttrice nera, Maria Júlia Coutinho, nella sua edizione principale della sera.