Libero, 15 febbraio 2019
La borsa della spesa è piena di batteri
In un’epoca in cui, carte in mano, le nascite sono in netto calo, gli unici a riprodursi a ritmo sempre più incalzante sono germi e batteri, e pare che, per congiungersi, prediligano le alcove più insospettate. Le borse della spesa riutilizzabili, per esempio. I ricercatori delle università americane di Loma Linda (contea di San Bernardino, California) e dell’Arizona hanno avviato uno studio volto ad approfondire l’igienicità dell’ormai diffuso impiego dei sacchi portaspesa in stoffa e iuta, e i risultati delle analisi appaiono tutt’altro che rassicuranti. I test si sono svolti su 84 sacchetti vagliati quale campione rappresentativo dell’intera categoria, e in essi sono state rilevate quantità esorbitanti di batteri, tra i quali, anche il tanto paventato Escherichia Coli, presente nel 12% dei campioni analizzati. Si tratta di un virus fecale comune nella carne cruda e nelle verdure contaminate dalle feci dei ruminanti: è dunque scontato che la promiscuità di alimenti che si accumulano nelle borse in oggetto, favorisca la proliferazione dei batteri coliformi. Inoltre, il calore che si viene a creare nel vano portabagagli dove le shopping bag vengono adagiate, crea le condizioni più favorevoli alla riproduzione di questi agenti patogeni. Non sorprende che tra borse della spesa riutilizzabili, norme igieniche spesso trasgredite e acqua corrente contaminata, nei soli Stati Uniti, si verifichino circa 70.000 casi di infezioni da Escherichia Coli ogni anno, i quali, nella migliore delle ipotesi, culminano in una dissenteria, nella peggiore, rischiano di rendersi causa di seri danni a carico dell’apparato digerente e dei reni. E sono soprattutto le categorie più a rischio a sottostimare il problema, come gli anziani cagionevoli e dal sistema immunitario compromesso, i quali – al contrario dei più giovani che incoraggiano la pratica dell’usa e getta – si rendono promotori della virtuosa teoria del riciclo perenne, riutilizzando all’infinito i sacchi della spesa in tessuto, senza mai detergerli. Quest’ultima sarebbe buona norma, e a detta degli esperti ridurrebbe il numero di batteri di oltre il 99,9% andando a estinguere tutti quei microbi che finiscono per integrarsi con la trama del sacchetto. Come testimonia un sondaggio ad opera dell’Academy of Nutrition and Dietetics, germi e batteri, restano infatti imprigionati nelle maglie della borsa. Il vademecum dell’igiene, tuttavia, non si limita al solo lavaggio (a mano o in lavatrice, in base al materiale della borsa), sarebbe infatti opportuno portare con sé più shopping bag, suddividendo la spesa in base al genere alimentare, così da impedire a carne e pesce di entrare in contatto con frutta e verdura. Neppure il trasporto dei prodotti dal super a casa è da sottovalutare: esso avviene spesso in condizioni precarie e controindicate, cosicché, le temperature elevate alle quali i cibi sono esposti, vengono ignorate quale effettivo pericolo dal compratore. Ma occorre ricordare che la proliferazione batterica non si lascia inibire dai tempi ridotti, e inizia nell’esatto istante in cui incontra le circostanze favorevoli ad innescarsi.