ItaliaOggi, 15 febbraio 2019
Anche Putin ha costruito un muro: difende la Crimea da mire ucraine
Anche Vladimir Putin ora ha il suo muro. E se Donald Trump ha mille problemi per creare la separazione tra Stati Uniti e Messico, il capo del Cremlino si è costruito, senza troppi proclami, una recinzione per la sua ultima conquista: la Crimea. Al confine con l’Ucraina, infatti, è stata realizzata una struttura lunga 60 chilometri, terminata a fine dicembre. «La costruzione», informa una nota del servizio di sicurezza federale della Repubblica di Crimea, «prevede un intricato sistema di sensori di allarme, oltre che di videosorveglianza, ed è stata realizzata nell’area dell’istmo di Perekop».Se qualche persona osa violare il confine di Stato russo, l’informazione viene trasmessa in diretta agli ufficiali in servizio alla frontiera, che saranno allertati da un segnale acustico e riceveranno le immagini di chi ha valicato la barriera e anche la sua direzione.
Ma perché realizzare una barriera del genere a quasi cinque anni dall’annessione della Crimea? Secondo quanto ha riportato la Tass le autorità locali avrebbero ricevuto varie minacce, come ad esempio tentativi di gruppi di sabotatori di infiltrarsi nel territorio russo. Questo muro dovrebbe così servire a dissuadere tentativi di questo tipo, ma anche porre un freno al traffico illegale di armi, munizioni, tabacco, alcolici e altre merci. «Sistemi analoghi per la protezione delle frontiere», ha sottolineato ancora la nota, «sono stati utilizzati con successo nelle aree dell’Estremo Oriente russo, nonché in altre zone instabili vicino ai confini».
Dal fronte ucraino, però, come scrive la Reuters, la vedono all’opposto: il muro sarebbe solo una provocazione, l’ennesima mossa propagandistica di Mosca. Una mossa che, ad ogni modo, sarebbe costata circa 2,5 milioni di euro.
Per la Russia, intanto, come ha anticipato nei giorni scorsi il Financial Times, si prospetta un rinnovo delle sanzioni europee e americane. Martedì scorso, durante il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla situazione in Ucraina, il rappresentante americano presso l’Onu, Jonathan Cohen, ha dichiarato che gli Usa intendono mantenere le sanzioni fino a quando le autorità ucraine non avranno il controllo su Donbass e Crimea. Ma il presidente della Commissione per gli affari esteri della Duma, Leonid Slutsky, ha subito precisato che l’adesione della Crimea alla Russia è un affare chiuso, escludendo così categoricamente il ritorno della penisola in mani ucraine in cambio dell’abolizione delle sanzioni statunitensi. «La Crimea non è negoziabile», ha detto il politico russo, «nel 2014 i cittadini hanno volontariamente deciso di tornare nel loro territorio ancestrale, la Russia, non potremmo né rifiutarli né tradirli ora».