ItaliaOggi, 14 febbraio 2019
Diritto & Rovescio
Guy Verhofstadt, già premier del Belgio, un minuscolo paese di 11 milioni di abitanti (contro i 61 milioni dell’Italia), che si attraversa in auto in mezz’ora, e che fruisce dei benefici non meritati di essere la capitale della Ue, benedetta dalle immense risorse dell’Europa intera, è oggi capogruppo dei liberali nel Parlamento europeo. Ieri l’altro, approfittando della presenza del premier italiano Conte nell’emiciclo di Strasburgo, lo ha rudemente attaccato sul piano personale. Si è comportato insomma da grillino duro e puro. Di Conte e amici ha criticato i comportamenti e le scelte, come fanno tutti i moralisti che, attaccando gli immorali, in effetti se la prendono psicanaliticamente con le loro colpe. Al belga grillino (honoris causa) avrebbe dovuto opporsi Beppe Grillo che, usando lo stesso stile primitivo di Verhofstadt, lo avrebbe steso, suscitando la mesta ilarità continentale. A bandito, bandito e mezzo, come diceva Sandro Pertini, parlando di Craxi.