Corriere della Sera, 14 febbraio 2019
Biografia di Wanda Nara
«Mi spiace dottore, ma io sono fatta così». Quando un pesce (raro) di nome Wanda ha rimandato al mittente la richiesta di abbassare i toni e smorzare la potenza di fuoco dei social di famiglia, Giuseppe Marotta ha capito che la trattativa per il rinnovo del contratto di Mauro Icardi non sarebbe stata una passeggiata di salute.
È fatta così, Uonda. Esuberante e volitiva, loquace e procace, Ceo del culto di se stessa dal giorno in cui debuttò (stagione 2005-2006) nella rivista «Humor en custodia»: da seconda attrice, già l’anno dopo era diventata vedette di «King Corona», show umoristico del teatro argentino. Se le stelle stanno a guardare, insomma, Wanda Nara no. In Italia dal gennaio 2010 al seguito del primo marito Maxi Lopez (Catania, poi Milan e Sampdoria), è con il secondo, Mauro Icardi, faro nella notte interista, che Uonda è diventata la Signora Wanda.
Gli altri ruoli al femminile del calcio erano già occupati. Marina Granovskaia, prima amministratore delegato di un grande club (Chelsea). Bibiana Steinhaus, prima donna arbitro di un campionato europeo maschile di prima serie. Ada Hegerberg, prima Pallone d’Oro rosa. Evelina Christillin, prima membro Uefa del consiglio Fifa. Ma il variegato mondo dei procuratori, quella suburra in giacca e lupetto che due volte all’anno consuma le sue ordalie nei saloni dell’Hotel Gallia, mai aveva registrato tra le sue fila una bomba sexy di 168 cm, l’atomica bionda che ha fatto saltare marcature e stereotipi riassumendo in sé – sotto la vertiginosa scollatura – molti ruoli, tutti giocati da titolare: showgirl (in Argentina è molto più popolare lei di Belen), modella, opinionista, manager, stilista (l’anno scorso ha debuttato la linea di moda Wan Collection), mamma di 5 figli, moglie. Troppi.
Dopo una rapida gavetta – consistita nel curare i social e i contratti commerciali di un giovanissimo Icardi dall’Edipo irrisolto (tra moglie e marito ci sono 7 anni di differenza e tre figli di primo letto) – Wanda ha percorso in fretta la scala sociale del pallone, accreditandosi presso l’Inter come unica interlocutrice: «Quando ho comunicato a Ausilio che ero la nuova manager gli è caduto il telefono di mano, ma grazie a me Mauro ha aumentato i suoi contratti dell’85% e alcuni sono validi a vita». È bastato un tweet di troppo, il battito di ciglia versione 3.0, perché i rapporti tra società e procuratrice siano andati in crisi (Ausilio e Wanda si sono più volte bloccati e sbloccati su WhatsApp a vicenda) e non è che la relazione tra Icardi e la sua famiglia d’origine sia più calorosa. Ivana, sorella di Mauro, non perde occasione per attaccare la cognata, che considera una mantide a caccia di denaro: «Cronaca di una morte annunciata – ha cinguettato ieri —. Povero mio fratello, se avessi alle spalle una persona seria, che davvero si prendesse cura di te, tutto questo non succederebbe».
Icardi difende Wanda, che usa la grancassa di Tiki Taka per spedire messaggi trasversali e siluri ad altezza uomo: Mauro proposto dall’Inter alla Juve, vaghe offerte estere per Mauro, Mauro poco tutelato dalla squadra e pochissimo servito dai compagni. Risultato: spogliatoio spaccato e pugno duro di Marotta. «Sono fatta così...». Ma chi di Twitter ferisce, di Twitter perisce.