La Stampa, 14 febbraio 2019
Mauritania, ragazze all’ingrasso per maritarsi
Enormi ciotole di cous cous, accompagnate da grosse tazze di latte, anche per nove volte al giorno, man mano che si avvicina la data delle nozze. Nella Mauritania di oggi, soprattutto in alcune fasce della piccola e media borghesia, succede che il «20% delle ragazze da marito vengano messe all’ingrasso» secondo una pratica, il «gavage», che le rende più appetibili agli occhi del futuro sposo e della sua famiglia: «Volevo fare un film che potesse restituire la complessità di un fenomeno così poco conosciuto e di una società molto diversificata e stratificata, difficile da penetrare, come quella mauritana». In realtà, attraverso la storia del Corpo della sposa – Flesh out, in cartellone alla Berlinale e nelle sale tra fine aprile e inizio maggio con Lucky Red, la regista Michela Occhipinti induce una riflessione che ci riguarda da vicino: «I canoni estetici cambiano di luogo in luogo e anche in pochi anni, la forma non è discussione, il punto è chi li detta e, soprattutto, perché noi donne siamo sempre spinte verso un percorso di autoflagellazione». Se per la protagonista del film Verida (Verida Beitta Ahmed Deiche) mettere peso è l’imperativo categorico cui non può sottrarsi, per le ragazze occidentali della società industrializzata, l’obbligo è la magrezza a tutti i costi. Due comandamenti opposti, eppure assolutamente uguali: «Da quando ho visto le prime rughe sul mio viso – dice Occhipinti – ho cominciato a osservare le donne intorno a me, rendendomi conto che molte sono all’eterna rincorsa della giovinezza, ossessionate da modelli di bellezza folli, imposti, e sempre relativi». Cresciuta tra Roma, il Marocco, Hong Kong e la Svizzera, documentarista dal ‘91, Michela Occhipinti fotografa nel suo film d’esordio un’usanza assurda e brutale, non tanto per denunciare costumi superati, quanto per farci riflettere sui nostri: «Più delle distanze, mi interessano le similitudini, facciamo le stesse cose, ci mortifichiamo alla stessa maniera». Nello sguardo rassegnato di Verida che, alla fine, troverà la forza per ribellarsi, c’è l’identica malinconia di eserciti di donne sovrastate dalle manie delle diete.