Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  febbraio 14 Giovedì calendario

Lo Sri Lanka cerca boia

A.A.A. boia cercasi: astenersi perditempo. Be’, non era proprio così, ma era comunque questo il senso dell’annuncio di lavoro appena pubblicato dal Daily News, quotidiano dello Sri Lanka di proprietà statuale. Il governo sta infatti cercando due uomini tra i 18 e i 45 anni con «eccellente carattere morale» e «forza mentale», incaricati di portare a termine eventuali condanne a morte. In teoria, la pena di morte nello Sri Lanka ci sarebbe ancora. Era stata abolita nel 1956 dal primo ministro Solomon West Ridgeway Dias Bandaranaike, che era cristiano. Ma fu reintrodotta nel 1959 proprio per impiccare il monaco buddhista che lo aveva assassinato. Ma l’ultima esecuzione è stata nel 1976. Una successiva riforma costituzionale ha infatti stabilito che per eseguire una sentenza di morte sarebbe necessario l’assenso del giudice che l’ha erogata, del Procuratore Generale e del Ministro della Giustizia. Se l’accordo non c’è, viene automaticamente commutata in ergastolo. Ma la scorsa settimana il presidente dello Sri Lanka Maithripala Sirisena ha detto che nei prossimi due mesi cambierà di nuovo la Costituzione in modo da rendere possibile la pena di morte per i trafficanti di droga. Suo modello, il presidente delle Filippine Rodrigo Duterte, che per la sua durezza era stato da lui lodato durante la sua visita di Stato nelle Filippine del mese scorso. Sirisena sarebbe molto preoccupato che per la sua minor severità rispetto alle politiche draconiane dei vicini lo Sri Lanka possa diventare un punto di snodo importante del narcotraffico in Asia. In teoria un boia in organico ci dovrebbe essere, pur prendendo lo stipendio senza fare niente. Ma l’ultimo si dimise nel 2014 senza avere mai compiuto un’esecuzione, spiegando che gli era venuto lo stress solo a guardare una forca. Nel 2017 ne è stato assunto un altro, ma non si era mai presentato al lavoro. Come ha spiegato alla Reuters il portavoce del servizio carcerario Thushara Upuldeniya, «non possiamo sapere se il governo reintrodurrà davvero la pena di morte, ma vogliamo assumere due boia per essere pronti nel caso in cui voglia compiere le uccisioni dei trafficanti di droga». I colloqui inizieranno il mese prossimo e lo stipendio mensile sarà di 36.310 rupie. Sembra poco, visto che al cambio è poco meno di 200 euro. Ma è comunque superiore rispetto alla media che prendono nello Sri Lanka i dipendenti pubblici. In teoria nel braccio della morte c’erano nel 2015 ben 1116 condannati con la pena commutata. È presumibile che anche in caso di reintroduzione non si cercherà di smaltire tutto questo arretrato.