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 2019  febbraio 14 Giovedì calendario

Levi Strauss torna a Wall Street

Mancava ormai da più di trent’anni da Wall Street. Ora un antico marchio della Coporate America, quello di Levi Strauss e dei suoi jeans, è pronto a tornare sul parterre, a fianco delle nuove società high-tech e digitali che promettono di sbarcare con gran fanfara nei prossimi mesi mesi, da Uber a Lyft.
Levi Strauss, i cui natali risalgono al 1853 come business di tessuti, è considerato l’inventore dei popolari blue jeans realizzati con il denim, divenuti nel primo Novecento una sorta di divisa da lavoro e negli anni Sessanta una moda giovanile. Fin dalla sua originale incarnazione quale business di tessuti, frutto dello spirito imprenditoriale del capostipite dell’azienda, l’immigrato tedesco della Bavaria Levi Strauss, il gruppo mise radici a San Francisco. Il quartier generale resta oggi a San Francisco, anche se i prodotti sono quasi interamente fatti all’estero con l’eccezione di una sola linea in North Carolina. E gli eredi della famiglia fondatrice mantengono il controllo nonostante le mille vicissitudini: dopo una prima quotazione nel 1971, conseguenza di crisi nell’abbigliamento domestico e di anni difficili, l’azienda venne tolta dalla Borsa nel 1985.
Le sfide non finirono allora, alimentate dalle pressioni della concorrenza globale, e una riscossa è cominciata solo in anni più recenti, dal 2011 in avanti, sotto il chief executive Chip Berg. I suoi prodotti sono oggi venduti in circa 50.000 negozi retail in 110 paesi al mondo. Nel suo ultimo bilancio trimestrale ha mostrato vendite in rialzo del 9% a 1,59 miliardi e nell’intero 2018 ha riportato un fatturato di 5,6 miliardi e utili per 283 milioni entrambi in moderato rialzo. Nell’ultimo biennio è inoltre riuscita a dimezzare l’indebitamento.
Questa relativa rinascita ha spinto al nuovo passo verso la Borsa. Il simbolo del gruppo sarà LEVI e questa al momento e la sola certezza: i documenti depositati presso le autorità rivelano al momento un obiettivo simbolico per la quotazione, la raccolta di cento milioni di dollari. Vale a dire un cosiddetto «placeholder», cifra-segnaposto poi da sostituire con un target vero. Secondo quanto emerso di recente Levi Strauss intenderebbe raccogliere sul mercato, in un’operazione guidata da JP Morgan e Goldman Sachs, fino a 800 milioni di dollari ad una valutazione complessiva di forse cinque miliardi. La sua voglia di tornare a Wall Stret non è oltretutto un caso isolato nel settore: in questi mesi la rivale VF Corp ha a sua volta indicato che potrebbe effettuare uno spin-off e una quotazione separata dei marchi nei jeans Wrangler e Lee, considerati meno redditizi rispetto al proprio business più popolare sotto il brand Vans.