Il Sole 24 Ore, 13 febbraio 2019
Nissan mette in bilancio compensi fantasma a Ghosn
La Nissan senza Carlos Ghosn rivede al ribasso le stime su utili e vendite annuali, pronosticando il bilancio meno redditizio da sei anni in vista soprattuto di un calo delle vendite in Usa e Cina. Ma nei risultati finanziari presentati ieri spicca l’ingresso in negativo del fattore-Ghosn: l’inclusione di oneri non-cash per 9,232 miliardi di yen (74 milioni di euro).
Si tratta degli ormai famosi “compensi differiti” al top manager – relativi a un periodo di nove anni – non resi noti in precedenza, che sono alla base dell’arresto e della prima incriminazione dell’ex presidente (detenuto a Tokyo dal 19 novembre).
Si va da 246 milioni di yen per l’annata 2009-2010 fino a 1,692 miliardi per il 2017-2018. Il bello è che il Ceo Hiroto Saikawa (accusato da Ghosn di esser l’artefice di un vero e proprio golpe aziendale a suo danno) ieri ha ventilato che questo ammontare non sarà mai pagato. Nelle comunicazioni scritte, Nissan precisa di non aver sborsato questi importi e che l’ammontare finale potrà esser diverso, nel quadro dell’inchiesta penale in corso.
Il punto è che Nissan «doveva» inserire la voce in bilancio proprio per incastrare Ghosn, la cui difesa sottolinea che i compensi addizionali differiti non riportati alle autorità di Borsa non erano stabiliti in modo definitivo e che comunque, se la società intendeva davvero erogarglieli dopo il pensionamento, avrebbe dovuto stanziare a riserva un preciso ammontare monetario. Cosa che ha fatto ieri, risalendo fino al 2009, facendo così la sua parte per avvicinare la prospettiva di una condanna del suo ex leader (e di se stessa, visto che Nissan nella vicenda è stata incriminata come persona giuridica). In conferenza stampa, Saikawa ieri ha contestato certe strategie di Ghosn, come l’inseguimento di target numerici di vendite a scapito della redditività, lasciando intendere che gli obiettivi di vendita da lui fissati per l’alleanza con Renault e Mitsubishi al 2022 sono ormai irrealistici. Gli utili operativi per l’annata che si chiude a marzo sono stati ridimensionati a 450 miliardi di yen, in calo del 22% sullo scorso esercizio e del 17% rispetto alla precedente stima, su proiezioni di vendita ridotte del 5,5% a 5,6 milioni di veicoli. Sul futuro dell’alleanza con i francesi, Saikawa ha inviato messaggi ambigui. Questa settimana incontrerà a Tokyo il nuovo chairman di Renault, Jean-Dominique Senard.
Secondo indiscrezioni, governo e azienda francese desiderano che Senard sia nominato chairman anche di Nissan, ma la parte giapponese fa resistenza e all’assemblea dell’8 aprile intende limitarsi a nominarlo nel board. Inoltre a Tokyo si spera in una modifica dell’intreccio azionario, oggi squilibrato in favore della parte francese. Il rischio – sottolinea l’analista del Clsa Chris Richter – è «un’alleanza senza nessuno alla guida, proprio in un momento critico di grandi cambiamenti per l’intera industria automobilistica». Domani sarà Renault ad annunciare i risultati finanziari. Per sua fortuna, la partecipata al 43,4% Nissan non ha rivisto al ribasso il dividendo annuale.