Corriere della Sera, 13 febbraio 2019
Prove generali per un Internet russo
Non è una nuova Cortina di Ferro che cala su Internet, come qualche oppositore di Vladimir Putin ha detto, ma certamente navigare sul web in Russia non sarà più la stessa cosa. La Duma ha approvato un provvedimento che stabilisce regole più stringenti per controllare l’uso della Rete da parte dei cittadini russi. La legge dovrà essere votata altre due volte, poi andare al Senato e quindi essere firmata dal presidente. Intanto, per vedere se le nuove misure siano efficaci, entro il primo aprile si farà un «esperimento» che potrebbe comportare l’isolamento della Russia dalla rete globale. Una specie di «super-muraglia» alla cinese; un internet russo controllato dalle autorità, protetto da possibili interferenze Usa e, in pratica, completamente autonomo.
La giustificazione, come spesso avviene in questi casi, è indicata nel pericolo che la Russia venga sottoposto ad un attacco cibernetico. Mosca, che è stata accusata di aver interferito nell’attività politica interna di altri Paesi con i suoi troll basati a San Pietroburgo, ora teme di subire la stessa sorte. Ma la legge in discussione è anche l’ennesimo capitolo di una ricerca del controllo sempre più vasto sui mezzi d’informazione e quindi su come la pensa la gente. Un tentativo che viene da lontano, nato nel 2002 dopo l’attacco terroristico al teatro Dubrovka di Mosca. Scontento di come le tv private avevano presentato la cosa (dopo l’assalto delle truppe di sicurezza si contarono 130 morti tra gli ostaggi), il Cremlino decise di mettere sotto tutela le tv.
Lo Stato ha iniziato da tempo a stringere le maglie di Internet, imponendo alle società che operano nel settore di tenere i server in Russia e di consentire ai servizi segreti l’accesso a tutti i dati. Ora la nuova norma che potrebbe portare alla creazione di un sistema autonomo di domìni (al posto dei vari.com,.org o.ru gestiti all’estero) nelle mani delle autorità statali. Qualsiasi contenuto ritenuto «non ammissibile» potrebbe essere bloccato. Diventerà così difficilissimo, se non impossibile, collegarsi dalla Russia ad alcuni social media, come il famoso Telegram che il governo ha tentato invano di neutralizzare.