Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  febbraio 13 Mercoledì calendario

Egitto, la nuova capitale da 45 mld rischia di essere un’isola per ricchi

Una nuova capitale in mezzo al nulla. Un progetto faraonico, e visto che siamo in Egitto l’aggettivo è quantomai azzeccato, che, secondo quanto ha scritto l’Economist, potrebbe trasformarsi in una cattedrale nel deserto. Ancora non ha un nome, ma la costruzione della città che dovrebbe sostituire Il Cario e riempire d’orgoglio il presidente Abdel-Fattah al-Sisi procede tra alti e bassi. Di abitanti ancora non ce ne sono, anche se a regime dovrebbe ospitarne almeno 6 milioni, ma intanto svettano i primi quattro minareti della grande moschea Fattah al-Aleem inaugurata il mese scorso: si prega ma non ci si vive ancora in quella che è destinata ad essere la nuova capitale amministrativa dell’Egitto, che sorgerà a 45 chilometri a est del Cairo, tra il Canale di Suez e il Nilo. E a proposito del fiume, se ne sta realizzando uno artificiale per portare acqua in mezzo al deserto e creare, nel cuore della futura città, una grande area verde: il progetto Green River, oltre 450 milioni di euro di valore, collegherà i vari quartieri della metropoli lungo un percorso di 10 chilometri per un’area di quattro chilometri quadrati. Sarà uno dei parchi urbani più grandi al mondo, così come la città avrà il grattacielo più alto d’Africa (lo costruirà un gruppo cinese) e anche la moschea più grande. Insomma, tanti record per fare di questa nuova capitale, ribattezzata Sisi’s City, in attesa di una denominazione ufficiale, un vanto a livello globale.La grandiosità e la magnificenza del progetto, però, fanno i conti con la realtà. Quando e se sarà finita, ricorda il settimanale inglese, la nuova città si estenderà per 700 chilometri quadrati, più o meno la dimensione di Singapore. Ma l’Egitto moderno di Sisi, invece dei bassifondi del Cairo vuole offrire agli occhi del mondo viali e file ordinate di grattacieli.
Dalle città dei faraoni, come Tebe e Menfi, fino all’Alessandria dell’Egitto greco-romano, per arrivare al Cairo, capitale dal 969. Ora, dopo un migliaio di anni, la metropoli (23 milioni di abitanti nel complesso) è affogata nel traffico e nell’inquinamento: per Sisi è dunque venuto il momento di voltare pagina. Quanto costerà non è dato sapersi, una stima iniziale era di circa 45 miliardi di euro, e non si sa neppure come l’Egitto potrà far fronte a investimenti del genere. Sulla nuova capitale lavorano realtà cinesi e un gigante immobiliare di Dubai: esercito e ministeri controllano tutto.
Secondo gli ultimi aggiornamenti, in estate potrebbe trasferirsi il parlamento, con al seguito, ha ricordato The Economist, circa 50 mila burocrati, meno dell’1% dei lavoratori del settore pubblico. Le ambasciate, tuttavia, sarebbero riluttanti a lasciare Il Cairo davanti a questa città ancora vuota. Ma gli egiziani saranno pronti a un trasloco di massa verso la nuova capitale? Per decongestionare Il Cairo, in passato, erano state realizzati altri progetti con nuove città nel deserto, ma non hanno mai convinto il popolo. La nuova capitale rischia di trasformarsi in un’isola per ricchi, mentre per la gente comune il costo della vita potrebbe essere insostenibile. Allontanando il centro amministrativo da Il Cairo, d’altra parte, un confronto diretto tra i cittadini e le autorità diventerebbe più lontano. E c’è chi dice, come ha rilevato il settimanale inglese, che anche questo aspetto farebbe parte del piano.