ItaliaOggi, 13 febbraio 2019
Sfrattata una città della Svezia. Per sviluppare una miniera che la fa vivere è stato abbattuto il suo centro storico
Kiruna, la città che trasloca. Tutta intera. È un’operazione unica al mondo, necessaria per metterla in sicurezza ed evitare che venga inghiottita dalle voragini create a causa dell’attività estrattiva.In Svezia, anzi, nella parte più settentrionale del paese, nella Lapponia svedese, la città mineraria di Kiruna è stata sfrattata dalla presenza della miniera di ferro più importante d’Europa. Per consentire lo sviluppo della miniera che gli dà da vivere, Kiruna distruggerà il proprio centro per ricostruirlo tre chilometri più a Est. Un’operazione mai tentata prima e che serve a consentire l’ulteriore sfruttamento della miniera che ormai passa sotto le case.
L’operazione di demolizione e ricostruzione delle abitazioni, uffici, della chiesa e di tutti gli edifici del centro storico di Kiruna è già in corso. Il municipio è già stato già trasferito ed è il gioiello del nuovo centro città in via di costruzione: un edificio di 13 mila metri quadrati, con il suo museo d’arte e il suo tetto a forma di cristallo. Per l’inaugurazione è arrivato il re Carlo XVI Gustavo. Nella Kiruna del futuro, che per il momento è un cantiere, i nuovi edifici saranno collegati dalla fibra ottica, wi-fi gratuito e strade attrezzate per la circolazione della auto a guida autonoma, secondo quanto ha riportato Le Figaro.
L’urbanista Göran Cars, che ha elaborato questo progetto dopo aver condotto numerose consultazioni, ha detto al quotidiano francese che «il municipio sarà il simbolo di questo centro città, ma sarà molto presto circondato da uffici, abitazioni e un centro culturale. Il 1 settembre 2022, tutti i negozi chiuderanno nella vecchia Kiruna, per riaprire in quella nuova. Soltanto allora, arriveranno gli abitanti».
All’orgine di questa gigantesca operazione è la notizia che la miniera di ferro, di proprietà dell’impresa statale svedese Lkab, si sviluppa oltre un chilometro sottoterra e lo sfruttamento del giacimento proseguirà fino al 2035, secondo quanto l’impresa comunicò nel 2004. Lo strato geologico, inclinato a 45 gradi, si inoltra inesorabillmente sotto la città, e non può essere scavato senza che venga eliminato tutto quello che si trova in superficie. La conseguenza è che 6 mila dei 18 mila abitanti di Kiruna devono essere rialloggiati altrove: il centro città raso al suolo e ricostruito tre chiloetri più a Est. L’operazione prevede anche la costruzione di nuove strade e della linea ferroviaria e di altre infrastrutture necessarie come le fognature e le linee elettriche. Un terremoto. Tuttavia, la popolazione ha rassicurato il vice sindaco d’aver compreso la necessità e una volta digerito lo choc adesso tutti sono pronti a partire. Non c’è più niente da discutere, secondo quanto ha riportato Le Figaro. Un dipendente della miniera di Kiruna ha detto a Le Figaro che la Lkab è un buon padrone per i propri dipendenti, ma anche per i subappaltatori che fa vivere. Gli abitanti di Kiruna sanno che la città non sarebbe che un piccolo villaggio senza la Lkab che conta 2 mila dipendenti. Un lavoro faticoso, ma ben pagato: da 4.500 e 5 mila euro al mese, cioè circa 3 mila dopo il pagamento delle imposte cui si aggiungono gli straordinari.
Oggi la miniera produce l’80% del ferro in Europa, e procura al suo unico proprietario, lo Stato svedese, dividendi per 290 milioni di euro e 91 milioni di imposte. È considerata il fiore all’occhiello dell’industria mineraria del Nord della Svezia. È un’impresa pubblica, molto redditizia e non c’è nessuna volontà di privatizzarla, secondo quanto ha riportato Le Figaro. Nella zona di Kiruna da demolire, la società Lkab ha già comprato l’80-90% delle abitazioni dei minatori pagandoli al prezzo di mercato, più il 25%. Inoltre, la società finanzia il trasferimento, lo smontaggio e il montaggio di decine di edifici storici di Kiruna, tra i quali l’emblematica chiesa, conosciuta in tutta la Svezia, in maniera che la nuova Kiruna non sia troppo differente dalla vecchia.