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 2019  febbraio 13 Mercoledì calendario

Non c’è chi lavora di domenica. La denuncia del titolare di un cantiere navale di Venezia che non trova operai qualificati

Domenica è sempre domenica. «Mi sono addirittura sentito dire: devo accompagnare mia moglie al centro commerciale». Mirco Beraldo è il titolare dell’omonimo cantiere nautico di Ca’ Noghera, nel Veneziano. L’imprenditore, da un paio d’anni, è alla ricerca di quattro operai specializzati da assumere per rafforzare il personale dell’azienda. Nonostante telefonate, curricula e colloqui, i candidati, per il quale è previsto uno stipendio minimo di 1.250 euro al mese, non si trovano. O meglio: si volatilizzano appena vengono a sapere che ai cantieri Beraldo si lavora anche la domenica. In tempi di reddito di cittadinanza, il titolare si domanda: «Siamo sicuri che in Italia serva il lavoro?».Beraldo, per potenziare il suo cantiere, cerca un meccanico per i motori dei mezzi di servizio, un carpentiere, un saldatore e un responsabile di cantiere. Figure qualificate, ma non così rare da reperire sul mercato. I 1.250 euro della retribuzione mensile possono salire sino a 1.600. Ma c’è quel problema dei turni domenicali.
«C’è chi ritira la candidatura appena sente che serve lavorare la domenica», ha spiegato Beraldo. «Quando apriamo le selezioni facciamo fatica a raccogliere i nominativi, anche solo per i colloqui. Io, dunque, mi chiedo: ma nel nostro paese c’è davvero bisogno di lavoro?». Ai colloqui si presentano diversi stranieri, ma non sono in possesso dei requisiti specifici richiesti. «E poi vorrei dare una mano agli italiani, ma non c’è verso, non si danno da fare. È una disperazione».
Sul sito ufficiale vengono illustrate le caratteristiche del cantiere nautico. «Offriamo un servizio di rimessaggio a terra, messa in acqua, posti barca annuali a terra e in banchina, distributore di benzina e gasolio pubblico, ampio parcheggio, rimessaggio invernale barche, portata gru sino a dieci tonnellate, deposito barche con guardiania videosorvegliata 24 ore». Accanto è ben visibile la sezione dedicata ai contatti.
È la stessa azienda a muoversi per cercare di colmare la lacuna dei quattro profili mancanti. Da mesi vengono pubblicati annunci e contattate le associazioni di categoria, oltre alle agenzie del lavoro. Il caso della ditta navale è simile a quello di Euroedile, una società di costruzioni di Treviso, sempre in Veneto, che dopo mesi di ricerca è riuscita a trovare una trentina di operai solo tramite i social network. Gli annunci si susseguono anche sul profilo di Facebook dei cantieri Beraldo: «Il nostro cantiere cerca urgentemente operaio manutentore anche generico da inserire full time, età compresa tra 35-50 anni, volenteroso e disponibilità immediata», con indirizzo e-mail al quale inviare il curriculum. Ma i risultati, secondo i titolari, sono deludenti.
«Li devi cercare, quasi convincere, e poi a volte ti tirano il bidone, non si presentano, cambiano idea», ha detto ancora Beraldo al Corriere del Veneto. «Quelli che si presentano hanno solo in mente di chiedere quanti soldi prenderanno, quante ferie faranno. Figuriamoci sapere di lavorare la domenica…
È una situazione che, come titolare, mi deprime. Ripeto: siamo così sicuri che in Italia ci sia tutta questa necessità di lavorare? A me non sembra».